MILANO – Una nuova filosofia per la filiera del caffè, capace di recepire le istanze della sostenibilità e dell’uguaglianza e farne parte di una visione olistica di ciò che è buono e giusto: questo in sintesi “Zero Caffè – Il diritto alla felicità”, un nuovo libro scritto a quattro mani da Sandro Bonacchi e Andrej Godina, curato da Aurora Castellani.
Nelle 176 pagine di questo saggio si delinea una sfida: cambiare il mondo del caffè attraverso azioni concrete, che contribuiscano a far crescere la coscienza collettiva per un mondo più bello, buono e giusto.
Obiettivo? Redistribuire “ricchezza” lungo tutta la filiera del caffè e inserire una nuova parola nella lingua italiana: Flavore.
“La felicità è una responsabilità sociale – dichiarano gli autori – È possibile fare più felici le persone attraverso una nuova consapevolezza e nuove regole del gioco, utilizzando come strumento la tazzina di caffè”.
Il diritto alla felicità è dunque il denominatore comune di tutti gli argomenti trattati nei sette capitoli che compongono il libro, a cui è abbinato all’interno del saggio un diverso colore.
Sette colori per sette capitoli
Il caffè si beve! (rosso), ripercorre tutte le tappe della filiera di produzione smascherandone le criticità, dal prezzo troppo basso pagato al coltivatore alla qualità spesso mediocre della bevanda offerta al consumatore.
Azzerare (arancione) che proclama una serie di “Basta” alle cattive consuetudini e abitudini del mondo del caffè espresso, rimettendo al centro le persone e la qualità, per una nuova definizione del caffè che include equità sociale e qualità di prodotto. Il buono salverà il caffè (giallo) insegna a ritrovare gli aspetti positivi del caffe, riconoscendo per primi quelli negativi e imparando a rimuoverli.
The Italian kiss (verde) ci insegna a riappropriaci dei nostri organi di senso, ormai disabituati alle percezioni quotidiane da nostro stile di vita frenetico e troppo disattento.
Ecco a voi il flavore! (blu) ci presenta questo neologismo che ambisce ad essere la nuova chiave di lettura (comprensibile e alla portata di tutti) per comprendere l’assaggio di qualsiasi cibo o bevanda per una descrizione sensoriale semplice ed efficace.
Il flavore è la combinazione di aromi, gusti e percezioni tattili, una sintesi di tutte le sensazioni provate contemporaneamente all’atto dell’assaggio.
Hashtag #espresso (indaco) riporta l’attenzione sulla bevanda, molto spesso vissuta più come un appuntamento frettoloso al bar che una consumazione consapevole e di qualità.
Infine Il diritto alla felicità (viola), il filo rosso del libro, la sua anima.
“Il diritto alla felicità è di tutti e dipende da tutti. È una responsabilità sociale della collettività quella di creare maggiore felicità al singolo”.
Zero Caffè vuole essere una piccola rivoluzione nel mondo del caffè già dalla trattazione degli argomenti, originale, molto ben documentata e soprattutto motivata dalla convinzione che un altro modo di fare caffè (buono e giusto) non è solo possibile ma è un dovere.
“Regalarsi un po’ di felicità e condividerla con gli altri che non la possiedono è la vera sfida dell’uomo contemporaneo – commenta la curatrice Aurora Castellani – . Abbiamo la possibilità di cambiare le cose, riportando un po’ di bellezza nelle nostre vite: cogliamola”.
Con i contributi del teologo Piero Coda, dello chef Igles Corelli e del vivaista Paolo Mati – Introduzione di Fabio Picchi.
#zerocaffe #flavore
E infine, cos’è il flavore? Questa la spiegazione degli autori:
“Flavore è la parola che abbiamo inventato in questo libro e che descrive contemporaneamente aroma, corpo e gusti. Vale a dire percezione retro olfattiva, tattile e gustativa. La sintesi perfetta di tutte le sensazioni di una degustazione!”