MILANO – Caffè in primo piano a Geo – Rai 3 nella puntata andata in onda lunedì 18 novembre. Nel corso della trasmissione condotta da Sveva Sagramola ed Emanuele Biggi e si è parlato infatti del progetto Umami Area Honduras, con la presentazione del libro “Zero Caffè” uscito per i tipi di Edizioni Medicea Firenze. Ospiti in studio Sandro Bonacchi (caffesperto e torrefattore) e Aurora Castellani (curatrice del libro).
Così la casa editrice fiorentina presenta il progetto in una nota:
Per dare il nostro contributo in maniera davvero efficace alla sostenibilità ambientale e sociale dobbiamo modificare il nostro approccio ai consumi, a cominciare dal caffè. La sostenibilità del caffè parte dai paesi produttori, che si trovano sulla fascia tropicale del pianeta (Brasile, Vietnam, Colombia, Indonesia, Etiopia, Honduras ecc.). Ma per produrre una bevanda sostenibile non è sufficiente che lo siano le piantagioni.
Sostenibilità è un concetto ampio, che deve abbracciare tutta la filiera
Dalla terra in cui il caffè viene coltivato al bar in cui viene preparato e servito.
Per essere buono un prodotto deve includere anche una porzione di giustizia sociale, che si esprime sia nei confronti di tutti i soggetti che operano nella sua filiera che nell’uso responsabile delle risorse naturali. Perché una cosa è buona quando riesce ad essere di alta qualità, giusta, equa e solidale in tutti i passaggi della filiera.
È questo che fa il progetto Umami Area Honduras – di cui Andrej Godina è presidente – e Sandro Bonacchi (caffesperto e torrefattore con la sua Oriental Caffè di Pistoia) è socio insieme a 27 altri imprenditori italiani ed europei, che ha comprato e gestisce direttamente 45 ettari di piantagione nella regione di Copán, con pratiche organiche e si responsabilità sociale
Bere una tazza di caffè è un atto agricolo. E i caffè che beviamo sono, per la stragrande maggioranza, non solo cattivi; perché ricchi di difetti che il consumatore medio non sa riconoscere, ma soprattutto perché impoveriscono chi coltiva questa materia prima.
Ed ecco che “Zero Caffè, il diritto alla felicità” (Edizioni Medicea Firenze), prova a colmare questa lacuna, promuovendo il consumo consapevole di caffè e facendo conoscere questo mondo, raccontando come funziona attualmente la filiera produttiva del caffè, analizzando le problematiche e proponendo delle soluzioni, a partire dal principio (filosofico) che informa tutto l’agire dei suoi autori, Sandro Bonacchi e Andrej Godina, e dalla curatrice Aurora Castellani, profondi conoscitori di questa realtà ed essi stessi operatori del settore: “Il diritto alla felicità è di tutti e dipende da tutti.
È una responsabilità sociale della collettività quella di creare maggiore felicità al singolo”, dal produttore al consumatore lungo tutta la filiera.
Al primo sia riconosciuto un giusto compenso che permetta di lavorare in modo sostenibile anche per l’ambiente, eliminando pesticidi, colture intensive e consumo di suolo; al secondo sia dato un prodotto buono, una scelta, una nuova educazione al gusto. Ed è per questo che è stato coniato un neologismo: “flavore”, l’insieme di aromi, gusti e sensazioni tattili che si provano bevendo un caffè.
Nel settore sta però cominciando a svilupparsi una nuova sensibilità. Come dimostra questo passaggio su un canale generalista a diffusione nazionale, in una trasmissione di approfondimento sulle tematiche ambientali come Geo, che vede diversi operatori impegnati in progetti ispirati ai concetti di sostenibilità ambientale e di giustizia sociale.