domenica 22 Dicembre 2024
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Tè, cioccolato e yogurt con la dieta mediterranea proteggono il fegato

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MILANO — Dalla scienza un nuovo un nuovo endorsement per la dieta mediterranea. Con una buona dose di verdure e “arricchito”‘ di yogurt, tè e cioccolato, il modello nutrizionale ormai protetto persino dall’Unesco riduce il rischio di ospedalizzazione dei pazienti con cirrosi epatica.

E determina una presenza di batteri intestinali molto diversificati, condizione questa che predispone a un maggior benessere.

Lo indicano i risultati di uno studio internazionale che ha coinvolto 300 persone in Usa e Turchia, presentato al congresso dell’Associazione europea degli studi sul fegato (Easl) di Parigi.

La ricerca ha dimostrato che l’intera coorte turca, sia le persone con cirrosi compensata sia quelle con cirrosi scompensata, risulta essere più sana, rispetto ai pazienti statunitensi dello stesso tipo.

La mortalità della cirrosi epatica dipende anche dalla qualità della vita

La cirrosi epatica uccide un milione di persone ogni anno nel mondo – hanno spiegato gli esperti – E’ quindi una causa di morte importante, in crescita ma in gran parte prevenibile.

Il rischio di morte per questa malattia è però diverso da paese a paese, ed è legato principalmente al consumo di alcol, ma anche al tipo e alla qualità, e alla presenza di epatite virale B e C.

L’importanza della dieta

Inoltre la dieta è un fattore determinante della composizione microbica dell’intestino, che ha un ruolo nell’insorgenza e nella progressione della cirrosi epatica. Ma “ci sono pochissime informazioni che attualmente collegano la dieta, la diversità microbica e gli esiti clinici in pazienti con cirrosi – ha detto Jasmohan Bajaj, della Virginia Commonwealth University e del McGuire Va Medical Center di Richmond (Usa) e autore dello studio – La nostra ipotesi per questo studio era che la dieta e la gravità della malattia interagiscono per determinare la composizione del microbiota e, in definitiva, i risultati clinici in pazienti con cirrosi epatica”.

I dettagli dello studio

Lo studio presentato da Bajaj ha reclutato tre gruppi di individui negli Stati Uniti (157) e in Turchia (139): persone sane come controllo, pazienti ambulatoriali con cirrosi compensata e pazienti ambulatoriali con cirrosi scompensata.

Tutti sono stati sottoposti all’analisi del microbiota (di alimenti e di feci). E quelli con cirrosi epatica sono stati seguiti per almeno 90 giorni. In modo da raccogliere dati sui ricoveri non elettivi.

La popolazione americana tendeva a seguire una dieta occidentale. Cioè con un consumo relativamente basso di alimenti fermentati: yogurt, ad esempio. Mentre il gruppo turco mangiava in stile mediterraneo; con un’alimentazione ricca di verdure e cibi fermentati.

Dalle analisi realizzate il microbiota intestinale dei pazienti turchi risultava significativamente più vario. Ciò rispetto alla coorte degli Stati Uniti. E, in questo, non vi era alcuna differenza tra le persone sane e quelle con cirrosi epatica in Turchia.

Al contrario, nella coorte degli Stati Uniti, la diversità era più alta nel gruppo di controllo e più bassa tra quelli con cirrosi scompensata. Caffè, tè, verdure, cioccolato e alimenti fermentati ‘predicevano’, in pratica, una maggiore diversità.

La prima conferma

“Si tratta del primo studio a confermare un legame tra dieta, diversità microbica ed esiti clinici nella cirrosi epatica”, ha detto Bajaj. Aggiungendo che “sono necessarie ulteriori ricerche per valutare se le modificazioni dietetiche possono migliorare la diversità microbica e i risultati clinici in questi pazienti”.

“Questo studio – commenta Annalisa Berzigotti, dell’Università di Berna e componente del board dell’Easl – ha una grande importanza. Perché dimostra che la dieta mediterranea ricca di antiossidanti ha un effetto protettivo. E non solo nelle prime fasi della malattia epatica cronica, ma anche in quelle più avanzate”.

“I cambiamenti dietetici possano essere usati come uno strumento non farmacologico per migliorare i risultati dei pazienti in cirrosi. Ma bisogna proseguire con studi specificamente progettati che tengano conto di possibili fattori confondenti. Tuttavia, questo studio si aggiunge alle prove esistenti. Che indicano un robusto effetto benefico di una dieta in stile mediterraneo sulla salute umana”, conclude Berzigotti.

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