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venerdì 22 Novembre 2024
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YamaCaffè sfida Starbucks: primo locale in Cordusio entro dicembre

Il locale pilot di Yamamay aprirà i battenti entro l'anno a Milano, nella stessa piazza dove sorgerà, nel 2018, la prima caffetteria italiana di Starbucks.

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NAPOLI – Con il lancio di nuovi prodotti sul mercato, un piano per triplicare entro cinque anni il numero dei negozi diretti in Italia e nel mondo. E il fatturato 2016 che, per la prima volta, buca il tetto dei 300 milioni di euro. Yamamay non si siede sugli allori.

Il brand napoletano riunito nella Holding Pianoforte cerca anche strade nuove per incuriosire e allargare il business.

Biancheria per la casa, l’intimo donna, moda per il mare e lo sport e ora la novità: il food.

Entro dicembre, in un’ex piadineria di piazza Cordusio, a Milano, nel cuore del fashion e dello shopping, nascerà lo Yama-Caffè.

Nella stessa piazza in cui sorgerà il prossimo anno il primo locale italiano di Starbucks.

Nello spazio di 500 metri quadri, le famiglie Cimmino e Carpino che insieme guidano il gruppo, vogliono esordire con un mix che comprende uno YamaHome, biancheria e arredo per la casa e un “lounge food”, un locale dall’ aperitivo alla cena.

YamaCaffè in realtà è nato anni fa a Gallarate, la loro sede strategica guidata da Barbara Cimmino, primogenita di Luciano, il fondatore. Era una sorta di mensa, pensata come punto d’ incontro e di intrattenimento per una cucina più sana.

«Ora dobbiamo costruire la formula – spiega Luciano Cimmino – di un locale per aperitivi, di quelli che a Milano vanno molto bene, con ingressi separati e scale mobili nell’ orario in cui lo store è chiuso».

Per un eventuale partner, si sono già fatte avanti diverse aziende del nord, «ma parleremo con qualche partner campano».

Le nuove insegne Yamamay fioriscono anche all’ estero: dopo il flagship di Madrid a metà luglio ha aperto quello di Cannes. Cimmino è in trattative avanzate con un importante imprenditore cileno, Juan Cuneo Solari, che ha creato in tutto il Sud America, fuorché in Brasile, un impero di shopping center con il marchio Falabella e un gruppo da 100 mila dipendenti.

«Stiamo studiando di aprire nei loro department store».

Per Carpisa, Penelope e Go-Tech

Per Carpisa, che anche nel 2018 avrà come testimonial Penelope Cruz, l’azienda ha investito su Go-Tech. Si tratta di una valigia frutto di una ricerca di anni. E condotta con diversi dipartimenti delle università della Campania.

Una formula curata nei dettagli e con un’idea innovativa. Le ruote dei trolley di solito così rumorose, diventano silenziose e all’occorrenza rimovibili. La promozione si avvale di una campagna televisiva coincisa con il restyling del concept store di via dei Mille a Napoli, tutto valige e accessori per il viaggio.

Federica vuole Jaked

Resta poi il focus sul costume da bagno competitivo Jaked che la campionessa Federica Pellegrini vorrebbe adottare alle Olimpiadi di Tokyo del 2020.

Come il baco da seta giapponese che dà il nome all’ azienda Yamamay, nata nel 2001, sboccia in una farfalla dai colori smaglianti, il marchio si va trasformando per rispondere a un consumatore sempre più attento alla qualità dei prodotti e alle garanzie sull’ etica. Per questo, a metà giugno a Napoli si sono incontrati tutti i componenti del gruppo.

Con Cimmino, presidente della holding che con i suoi 73 anni veste i panni di “guida spirituale” di una compagine affiatata e coesa, si sono confrontati i suoi due figli, Gianluigi, ceo del marchio dell’intimo e Barbara, direttore tecnico, suo marito Francesco Pinto, responsabile dello sviluppo estero, i soci Maurizio e Lello Carlino, amministratore delegato e presidente di Carpisa, e il vice presidente Carlo Palmieri, anche al vertice di Sistema Moda Italia con delega al Mezzogiorno.

«Sia chiaro – spiega il patron – siamo cresciuti e per noi è fondamentale l’immagine e il glamour sulle riviste, perché la pubblicità aiuta i profitti. Però stiamo maturando, io per primo, l’idea che la crisi che ha attraversato l’ economia mondiale e in special modo l’Italia, non sia un fenomeno ciclico ma comporta un cambio di passo della società e delle esigenze che le aziende devono interpretare.

Siamo di fronte a una metamorfosi per cui l’ impresa non può più guardare solo all’ ottimo rapporto qualità- prezzo, ma deve porre rigore e attenzione alle materie prime che adopera e al rispetto delle regole del lavoro nelle fabbriche in cui opera. Oggi più che mai parlare di valore e sostenibilità nelle imprese significa imboccare un percorso decisivo per il futuro».

I dipendenti sono 1.900 di età media sotto i 28 anni

I dipendenti sono 1900 di età media sotto i 28 anni. Donne per l’80 per cento, più alcune migliaia nell’indotto. Così la holding posseduta in quote uguali dalle famiglie napoletane Cimmino e Carlino, con una quota di minoranza dell’11 per cento in capo al fondo Nb Renaissance, progetta di moltiplicare in cinque anni il numero dei negozi a gestione diretta. Portandoli da 250 a 700 e anche oltre. E prevede una crescita di fatturato fino a 310 milioni.

L’ incremento inciderà anche sul numero dei dipendenti diretti. Attivi tra Gallarate e Napoli-Nola e negli oltre 1.300 punti vendita. Di cui di circa 1.000 in Italia e 300 in altri 40 paesi.

L’ampliamento degli store, ora sono 180 in Italia e 70 all’ estero, vedrà il rafforzamento della rete italiana. Con flagship nelle principali città. E nei paesi stranieri. A cominciare da cinque aperture entro dicembre in Polonia. Che saranno poi seguite da Spagna, Croazia e Regno Unito. Poi anche in Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Montenegro, Francia e Repubblica Slovacca.

«Gli Stati Uniti sono un sogno che completa il quadro. Ci stiamo preparando», dice Cimmino. Persuaso che si tratti di «evolversi nella continuità. Ovvero presentarsi ai mercati esteri in una veste che non sia solo quella del made in Italy pacioso e affascinante nello stile. Insieme alla rivoluzione digitale che comporta nuove esperienze delle vendite in rete, è il percorso da compiere».

Patrizia Capua

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