MILANO – Il World of Coffee ha attraversato il capoluogo meneghino per tre giornate di eventi, workshops, cupping, campionati e occasioni di incontro tra professionisti e aziende che da tre anni attendevano il ritorno in presenza di questa manifestazione. Con la Fiera appena alle spalle, è possibile fare il punto su cosa abbia restituito agli addetti ai lavori e coffeelovers in termini di esperienza e opportunità.
World of Coffee, sensazioni a caldo
Spostandosi tra i numerosi appuntamenti del MiCo, le opinioni raccolte hanno dipinto un quadro positivo: il Woc si è dimostrato all’altezza delle aspettative dei partecipanti, soddisfatti delle dimensioni più a misura d’uomo dell’evento così come sul focus ben centrato sul caffè. Protagonista anche di un appuntamento che in tanti non hanno mancato tra le associazioni di categoria, nella conferenza organizzata da Sca Italy proprio attorno alla qualità-prezzo della tazzina e come cambiare le percezioni culturali sulla questione, tra i consumatori italiani. Un momento necessario di riflessione, che sicuramente ha posto le basi per una prossima agenda strategica.
Apprezzato molto anche lo spazio dedicato per valorizzare i paesi d’origine, che finalmente hanno preso posto da protagonisti in una fiera dedicata al chicco. Le suggestioni anche aromatiche che hanno riempito l’aria dei padiglioni, sono rimaste impresse nella memoria olfattiva di chi è voluto passare.
L’oro per la latte art
Anche le gare mondiali hanno fatto battere il cuore di tutti, non solo chi si è esibito sul palco, ma anche chi li ha seguiti dagli spalti: il tifo per ciascun rappresentante della rispettiva nazione si sono potuti scatenare da veri sostenitori senza il pensiero fisso della pandemia.
E gli italiani sicuramente porteranno a casa e nel cuore il ricordo di una Carmen Clemente campionessa del mondo di latte art.
La presenza internazionale
Sebbene, come abbiamo riportato sin dal primo giorno, qualcuno abbia notato la poca partecipazione dei torrefattori italiani, non sono stati in pochi – soprattutto tra i giovani della community – che hanno invece apprezzato l’apertura del World of Coffee alla scena internazionale.
Pare che in questo senso la fiera milanese abbia funzionato estremamente bene come catalizzatore di molti dei personaggi che all’estero muovono lo specialty coffee verso nuove frontiere.
La condivisione, il dialogo tra culture e modi di intendere la bevanda oltre l’espresso, sono stati i tratti più rappresentativi di questo World of Coffee, che ha saputo se non altro rappresentare l’Italia nella sua capacità di accogliere tutti attorno alla tazzina, anche al di fuori della location del MiCo, con eventi sparsi nei coffee shop di tutta Milano.
Le distanze si sono annullate per la durata di tre giorni, facendo incontrare ancora conoscenze già consolidate e promuovendo invece nuove sinergie tra attori che normalmente non si sarebbero potuti mai presentare faccia a faccia. Un esperimento ben riuscito.
Insomma, bilancio positivo, esame superato a (quasi) pieni voti per il salone mondiale del caffè.