Mancano quaranta giorni al Campionato mondiale baristi di Seattle (9-12 aprile) e Victoria Arduino, partner tecnico del WBC, nell’invitarvi a seguire giorno dopo giorno sui social network il puzzle che vi farà scoprire la macchina ufficiale della competizione, vi accompagna all’appuntamento con alcune interviste ai vincitori della precedenti edizioni.
Oggi la parola a Hidenori Izaki (FOTO), campione in carica.
Hidenori, meno di un anno fa, a Rimini, ti sei laureato campione mondiale dei baristi. Cosa ti è piaciuto di più della competizione?
Partecipare ad un campionato mondiale ti fa rendere conto che ci sono ancora molte cose da conoscere e quindi la gara riesce a darti nuove motivazioni per cercare di imparare sempre di più.
Nel 2014 è stata la tua seconda partecipazione al WBC. Infatti eri stato finalista anche l’anno prima a Melbourne. Quella precedente partecipazione ti ha aiutato per la vittoria?
È probabile. A me piace molto osservare la performance dei competitors, poiché mi consente di ricercare nuove idee per migliorarmi.
Diventare campione del mondo comporta anche molti sacrifici?
Lo spirito di sacrificio è molto importante per chi decide di mettersi in gioco. Chi gareggia è chiamato a delle rinunce, soprattutto nei giorni liberi dal proprio lavoro. È costretto a trascorrere meno tempo con la famiglia e ad investire risorse per migliorare la propria performance.
Lo scorso anno, nella finale di Rimini, hai usato il macinino di nuova generazione, commercializzato da pochi mesi, Mythos One. In un’intervista pochi giorni dopo la gara hai detto che esso era stato determinante. È vero?
Sì. Avevo provato diversi macinini e la mia scelta era caduta sul Mythos One perché si era dimostrato il più preciso e consistente. Un’altra ragione che mi ha indotto ad usare il Mythos One è stata che esso enfatizza la dolcezza del mio caffè.
