MILANO – Divorzio annunciato – consensuale e programmato – quello tra Costa Coffee e l’attuale managing director John Derkach. Dal 2006 al timone della più popolare catena britannica di coffee shop, Derkach uscirà di scena ad agosto per iniziare un nuovo percorso in Tragus – gruppo attivo nel segmento della ristorazione casual (tra le sue insegne le catene di ristoranti Café Rouge, Bella italia e Strada), controllato dal 2006 dal gigante del private equity Blackstone Group – dove sostituirà l’attuale chief executive Graham Turner.
Costa Coffee, i dati
Un compito non facile, vista la forte esposizione finanziaria di Tragus, nella quale Blackstone ha iniettato a marzo 15 milioni di sterline per permettere di onorare gli impegni con le banche. Sul ponte di comando di Costa Coffee arriverà l’attuale direttore finanziario di Whitbread Chris Rogers. Spetterà a lui proseguire nell’attuazione dell’ambizioso piano quinquennale, che ha come obiettivo portare i locali Costa in tutto il mondo dagli attuali 2.177 a 3.500, nonché espandere la rete di distributori Costa Express ad almeno 3 mila unità. Gli affari di Costa Coffee continuano ad andare a gonfie vele in barba alla crisi. La catena fondata a Londra nel 1971 dai fratelli italiani Sergio e Bruno Costa, rilevata da Whitbread nel 1995 per una ventina di milioni di sterline, è in striscia positiva, per quanto riguarda le vendite a parità di perimetro, da oltre 40 trimestri. Market leader in Uk con circa 1.375 locali (più 920 distributori Costa Express), Costa ha conseguito un incremento del 6,2% like-for-like in patria e una crescita totale delle vendite su tutti i mercati del 24%. Grazie a una strategia di crescita a 360 gradi, comprendente anche l’apertura di corner all’interno di department store e stazioni di servizio, l’insegna britannica continua ad allargare la base dei propri clienti facendo leva sul vissuto di “affordable luxury” dell’espresso.
L’assetto attuale
I numeri di cui sopra fanno di Costa la locomotiva di Whitbread, i cui risultati consolidati hanno segnato, al contrario, nell’ultimo trimestre, una parziale frenata risentendo soprattutto della performance negativa della catena alberghiera Premier Inn, uno degli asset chiave del gruppo. Brand storico dell’industria britannica della birra, Whitbread ha rinunciato definitivamente al suo core business birraio nel 2001, per concentrarsi sul ramo alberghiero e della ristorazione. Dopo un’iniziale fase espansiva generalizzata in tutto il comparto del leisure, il gruppo ha subito negli anni duemila una drastica cura dimagrante, che ha portato al taglio di numerosi asset, tra cui i franchising di Marriott Hotels, Pizza Hut and TGI Friday’s. La forbice dell’allora ceo Alan Parker ha tagliato inoltre la catena di fitness David Lloyd Leisure, buona parte dei pub Whitbread e la partecipazione nel gruppo in Britvic, il secondo produttore di bevande analcoliche nel Regno Unito, imbottigliatore e distributore di Pepsico.
Per effetto di queste importanti trasformazioni e semplificazioni, Whitbread consta nel suo assetto attuale di tre divisioni principali: Premier Inn, Costa Coffee, nonché il ramo pub-ristoranti comprendente le insegne Table Table, Beefeater Grill, Brewers Fayre e Taybarns. Mentre pub, ristoranti e budget hotel si presentano come un insieme ben integrato, Costa ha operato in questi anni come un’unità a sé stante e ciò ha alimentato, di recente, voci di un possibile spin-off, che l’annunciato cambio della guardia ai vertici societari ha rilanciato.
Il futuro di Costa Coffee
A smentire seccamente questi rumours, almeno per l’immediato, ci ha pensato il ceo di Whitbread Andy Harrison. “Costa ha davanti a sé un futuro entusiasmante all’interno di Whitbread e Chris (Rogers) porterà avanti i nostri ambiziosi piani di crescita, che creeranno valore a lungo termine per gli azionisti” ha dichiarato Harrison in un comunicato. “Non c’è nessuna agenda nascosta – ha dichiarato ancora Harrison alla stampa – il cambio della guardia è dovuto alla decisione di John (Derkach) di passare a Tragus. E la scelta è ricaduta su Chris perché è l’uomo più adatto a sostituirlo”. Quanto alla possibilità futura di uno spin-off, Harrison è sembrato più possibilista. “Costa continua ad avere eccellenti performance che portano valore agli azionisti – ha osservato a tale proposito il ceo di Whitbread aggiungendo però – il futuro è lungo e siamo soliti ripetere sempre sempre: mai dire mai”.