Con i baristi campioni del mondo delle passate edizioni continuiamo il nostro viaggio ideale verso il WBC 2015 (Seattle 9-12 aprile).
Oggi vi proponiamo quanto dichiarò a Melbourne, all’indomani della conquista del titolo nel 2012, lo statunitense Pete Licata (FOTO).
Invitandovi a leggere le sue impressioni, vi ricordiamo che prosegue la costruzione del puzzle per scoprire la macchina ufficiale dell’imminente campionato.
Mr Licata, come si è allenato per la competizione?
Non mi sono concentrato molto sull’esecuzione dei 15 minuti e su tutti gli aspetti tecnici. In questo mi sentivo sicuro. Ho passato più tempo, invece, ad affinare e perfezionare quello che stavo facendo, suddividendo il lavoro in segmenti, magari lavorando su uno o due di essi al giorno. Poi ho messo tutto insieme in seguito. Con il metodo precedente, invece, avrei lavorato sull’intera presentazione per poi analizzarla più volte. Così, però, la preparazione diventa un po’ opprimente. Quindi ho cambiato metodo e, a quanto pare, ho avuto ragione a farlo.
Quali sono alcune delle più importanti competenze di un barista che non possono essere valutate in una gara di 15 minuti?
Ce ne sono un bel po’. Ad esempio il servizio ai clienti. È difficile valutare la capacità di adattarsi a diverse situazioni e di saper dare una risposta (il multitasking) insieme al modo con cui il barista s’impegna, esegue e crea un ottimo caffè allo stesso tempo. Non so se questo aspetto possa essere inserito nel format della competizione, ma è qualcosa di veramente importante. Ho conosciuto un sacco di baristi che sul palco non erano niente di speciale, ma si comportavano in modo eccezionale con i loro clienti. Parte del motivo per il quale una persona entra nel loro locale ogni giorno deriva dalla qualità del servizio che riceve. Questo è difficile da valutare durante una competizione, in un format come quello attuale.
Quale crede sarà il prossimo grande trend nel mondo del caffè?
Negli Stati Uniti d’America stanno facendo tendenza le piccole torrefazioni-caffè. Il negozio indipendente sta progressivamente puntando sul modello qualità: per me questo è molto incoraggiante. Ciò è un bene tanto per le comunità locali, quanto per quella del caffè. Inoltre un numero sempre maggiore di persone ogni anno preferisce gustare una tazza di caffè più raffinato, che si tratti di un espresso tradizionale o di un caffè filtro. Spero davvero che questo percorso continui. L’ho visto a Melbourne. Ci sono persone disposte a pagare un buon prezzo per una piccola quantità di caffè. Si tratta di qualcosa che riguardala sfera del divertimento e del gusto e che esula dai concetti di quantità e di caffeina ingerita.