MILANO – Tutti gli italiani sono stati colpiti, anzi, travolti, dall’emergenza sanitaria. Chi poi ha visto cambiare la propria vita due volte, sono sicuramente gli imprenditori. Nello specifico i gestori dei locali di tutto lo Stivale, che hanno subito il lockdown per primi e per ultimi potranno uscirne, pagando per altro un caro prezzo su tanti livelli. Di fronte a questo contesto difficile, se non impossibile, molti sono coloro che hanno deciso di non riaprire neppure quando sarà disposto dal governo. Gli ostacoli sono troppi, le spese insormontabili e gli adattamenti da fare non sostenibili. Un caso su tutti che ha fatto scalpore vede purtroppo protagonisti i titolari fondatori di uno delle caffetterie punto di riferimento per la cultura milanese e di tutta Italia: Walden. Le sue serrande non verranno più rialzate. Leggiamo la notizia da milanotoday.it.
Walden non entrerà a far parte della Fase 2
Walden, uno dei caffè letterari più noti d’Italia, sorto in via Vetere 14 in zona Ticinese nel 2018 da una idea del filosofo Leonardo Caffo insieme a tre soci, tutti under 30 all’epoca dell’apertura. In piena zona movida, dunque.
La scelta è chiara: «No, Walden non riaprirà la sua saracinesca», scrivono su Facebook i gestori. «Abbiamo lavorato su ecologia, cibo alternativo, socialità, convivialità, eventi. Ora che tutto ciò è impossibile, per un po’ non possiamo garantire niente di ciò che Walden Milano ha rappresentato».
Un saluto che lascia in sospeso
Nel messaggio affidato ai social network c’è in realtà uno spiraglio sulla possibile ripresa dell’attività in futuro. «E’ un addio? Forse un arrivederci», scrivono i quattro gestori ringraziando i clienti «per questi magnificii anni iinsieme».
I soci, che si definiscono «non semplici venditori di oggetti, ma creatori di relazioni», spiegano che il Covid «non trasforma le attività basate sullo stare insieme, le uccide».