MILANO – Nuova giornata di forti rialzi per i prezzi del caffè arabica. La borsa newyorchese ha guadagnato 1.670 punti (+6,9%) nello spazio di due sedute; 940 soltanto in quella di ieri, mercoledì 9 febbraio, che si è conclusa a un nuovo massimo di 258,35 centesimi: un livello di prezzo mai raggiunto dal settembre del 2011. Londra segue da lontano, con rialzi più contenuti, che la portano comunque a 2.270 dollari, massimo delle ultime tre settimane.
Le scorte certificate si stanno riducendo al lumicino. Il report di ieri indica un ulteriore calo delle giacenze dell’Ice Arabica, a 1.035.863 sacchi: il livello minimo dal febbraio del 2000.
Ancora a fine dicembre, i volumi certificati superavano il milione e mezzo di sacchi. E il livello degli stock rischia di scendere presto sotto la soglia psicologica del milione di sacchi.
Fatto questo che potrebbe portare a un’ulteriore impennata dei prezzi, sostiene Alex Boughton, broker di Sucden FinanciaI.
Intanto, i dati disaggregati indicano che l’Honduras è tornato a essere l’origine principale, con quasi il 54% delle scorte. Ridimensionato il ruolo del Brasile, la cui partecipazione al totale rimane comunque significativa (36,1%). Marginale l’incidenza delle altre origini.
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