MILANO – Forte correzione tecnica per il mercato londinese, ieri in calo dai picchi decennali raggiunti martedì 26 ottobre. Il contratto principale dell’Ice Robusta (scadenza gennaio 2022) è arretrato di 73 punti a 2.197 dollari per tonnellata. Nella seduta di martedì il contratto per scadenza ravvicinata (novembre) aveva registrato il suo sesto rialzo consecutivo guadagnando, in una sola seduta, 118 dollari (+5,3%). E chiudendo a 2.325 dollari.
Si tratta del massimo valore di prezzo per la scadenza ravvicinata dal luglio del 2011.
Il contratto principale guadagnava, a sua volta, 75 dollari terminando a 2.270 dollari. Anche in questo caso ai massimi da più di 10 anni a questa parte.
Giornata di ribassi pure l’Ice Arabica: il contratto per scadenza dicembre ha perso 675 punti terminando la seduta a 201,35 centesimi. Martedì, il benchmark newyorchese era volato a 208,10 centesimi, livello massimo da metà mese.
La crisi logistica continua a riscuotere il suo tributo anche sui mercati del caffè, come su quelli di molte altre materie prime e sui commerci internazionali in genere.
Nel caso specifico dei robusta pesano tuttora i problemi logistici del Vietnam, nonostante la nazione indocinese sia, da inizio mese, fuori dal lockdown
Anche le prospettive a lunga scadenza non appaiono promettenti. Nestlé, il massimo torrefattore mondiale, ha ribadito, nella call della scorsa settimana, che il prezzo del caffè continuerà a crescere il prossimo anno, anche a fronte dei maggiori costi degli input produttivi.
Come spiega in un’intervista a Reuters, l’analista capo per le materie prime di Rabobank Carlos Mera, le forti tensioni speculative sul mercato londinese derivano innanzitutto dalle scadenze tecniche dei contratti.
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