POGGIOMARINO (Napoli) – A breve verrà inaugurato a Viva. Si tratta di un bistrot nato dalla volontà di una cooperativa di tre donne vittime di violenze coniugali.
Viva: caffè e cappuccino per reagire alla violenza
Non si tratta di un semplice locale che serve caffè e cappuccino, ma è la strada verso il riscatto. Il nome, scelto dalle tre donne, non è casuale.
Vuol significare che loro sono vive e reattive nonostante i maltrattamenti subiti per anni dai loro compagni, mariti e fidanzati.
Antonella, Raffaella, e Maria sono vive e coraggiose
In quanto hanno avuto la forza di creare la prima cooperativa “Viola”. Aprire poi un’impresa senza neanche conoscersi. A unire le tre donne e a convincerle in questa iniziativa sono stati i loro avvocati Rosita Pepe e Grazia Acanfora.
I due legali sono i veri e propri angeli custodi di Antonella, Raffaella e Maria. Loro vengono assistite da loro nelle aule dei tribunali e nella loro impresa.
Un sostegno importante al bistrot
A sostenere le tre donne c’è anche la Legacoop che ha subito appoggiato l’iniziativa. Credendo sin dall’inizio nella cooperativa Viola e finanziando con 25 mila euro l’attività.
Il bistrot situato in Via De Marinis , nel cuore di Poggiomarino. Composto da una sala di 12 tavoli e 36 posti, una cucina in acciaio, per preparare colazione, pranzo e cena.
Il bistrot “Viva” è tutto dipinto di farfalle, mentre il numero dell’antiviolenza,1522, c’è scritto ovunque perfino sulle porte dei bagni. Inoltre sulle pareti del locale sono appese tutte le foto di donne simbolo dell’emancipazione come: Frida Kahlo,Rita Levi Montalcini, Margherita Hack. E ci sono anche le foto di Antonella, Raffaella e Maria anch’esse diventate un simbolo, di coraggio e volontà.
Le tre donne hanno voluto mettere a caratteri cubitali sulla parete dell’ingresso del locale, una celebre frase di Seneca che rappresenta un po’ la loro lezione di vita: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo perché sono difficili”.