BOLOGNA – La Virtus ha ripreso a correre e vincere sul campo, ma vuole farlo anche fuori. Sono, queste, settimane importanti anche sul fronte societario.
Nei giorni scorsi si è tenuto il tavolo d’indirizzo della Fondazione e per il 28 novembre è stata convocata l’assemblea dei soci che potrebbe partorire qualche novità di grande sostanza.
Fino al 31 dicembre è aperto l’aumento di capitale promosso lo scorso 9 febbraio dai soci di Virtus Pallacanestro, la cui proprietà è detenuta con il 99,9% delle quote dalla Fondazione (la parte rimanente è nelle mani di Claudio Sabatini, Fabio Sabatini e Franca Zanetti, sorella della moglie dell’avvocato Porelli).
Attraverso l’aumento di capitale, uno o più soggetti possono rilevare il controllo del club togliendolo dalle mani della Fondazione ed è in questa direzione che da tempo si sta lavorando.
Lunedì 28 sarà una sorta di resa dei conti e qualche movimento sostanziale è atteso e augurabile per non continuare in questa specie di limbo che già lo scorso anno ha costretto il club a chiudere i conti con il fiatone.
L’uomo di punta è chiaramente Massimo Zanetti, entrato lo scorso anno nella compagine societaria e da questa stagione sponsor con il marchio Segafredo sulle maglie della prima squadra. Il re del caffè, anche recentemente, ha confermato la sua volontà di prendersi cura delle sorti della Virtus, ma non da solo.
Non sarà mai il proprietario unico del club, ma affiancato da tre o quattro soci ha garantito il proprio impegno. L’aumento di capitale necessario per mettere in sicurezza i conti è di un milione, la ripartizione ideale sarebbe su quattro soci al 25% ma anche una triade al 33% non è da scartare e oggi appare la soluzione più probabile.
È quello che si aspetta Segafredo per poter dare nuovo slancio alle casse del club e avviarne una nuova gestione. Molti soci della Fondazione, che in questo momento conta 32 membri, da mesi si sono attivati per cercare di attrarre nuovi capitali all’interno della proprietà. La Fondazione, proprietaria fra l’altro del marchio Virtus, non sparirà, perderà la maggioranza e il controllo del club, ma rimarrà con una quota di minoranza.
Questo è lo scenario che si prefigurano tutti, a cominciare da Massimo Zanetti. Lunedì 28, all’assemblea dei soci della Fondazione, ci si aspettano novità concrete ma se così non fosse è da escludere, come ribadito più volte dal suo presidente, che Segafredo possa accollarsi da sola l’onere della proprietà bianconera. Con il disimpegno previsto di Coop dopo la fusione che ha dato vita a Coop Alleanza 3.0, la Fondazione ha perso il pezzo più forte dello scorso triennio.
Gli equilibri interni sono quindi stati rivisti e pendono chiaramente dalla parte di Segafredo, che ora detta il ritmo del gioco e si aspetta di essere affiancata da soci di analogo spessore attraverso l’aumento di capitale. Nei mesi scorsi è stato più volte sondato il terreno, senza successo, con la famiglia Vacchi e con Alfredo Cazzola.
L’azienda di Zanetti ha giocato un ruolo molto importante nell’ultimo anno, da quando è entrato in Fondazione prima con una quota da socio partecipante (50 mila euro) poi trasformata in socio fondatore (100 mila euro). L’impegno a parole è stato confermato nei fatti con la sponsorizzazione, ma adesso ci si aspetta passi avanti anche da altri.