BOLOGNA – Ogni sportivo che si rispetti ha un bar del cuore dove ritrovarsi a parlare della propria squadra preferita. I supporters della Virtus Bologna di Pallacanestro ne avranno presto 300 sparsi in tutta Italia: per ora sono 76 tra Bologna e provincia. Il Gruppo Sabatini, proprietario delle squadra, ha firmato ieri un accordo di affitto d’impresa con Caffè Maxim, sponsor delle V nere, per mettere in piedi una vera e propria rete di luoghi d’incontro e d’aggregazione dove comprare i biglietti per le partite; acquistare gli oggetti con il marchio Virtus, vedere i video delle partite e, nei casi più fortunati; gustare un buon caffè anche in compagnia dei giocatori.
Per queste location, il gruppo Sabatini, che ha progettato nel mondo negozi e store per Timberland, Wind, Trussardi, Fila, Borbonese, Oroblu, Pirelli e altri marchi di prestigio, metterà a punto un format per l’allestimento e una campagna di comunicazione mirata.
Virtus Bologna si auto sponsorizza con Caffè Maxim
«L’idea- ha spiegato ieri Claudio Sabatini, patron della squadra di basket- è sviluppare una comunità Virtus: siamo uno dei pochi club a vantare tifosi in ogni parte d’Italia e pensiamo di offrire loro punti di aggregazione». Il gruppo bolognese porta avanti un progetto che da tempo aveva in mente, esercitando un’opzione prevista nel contratto con Caffè Maxim, cioè di rilevare il marchio quando se ne fosse palesata la possibilità.
La società, operativa da questa mattina e nata dalle forze congiunte di Virtus Pallacanestro e Gruppo Sabatini, si chiama «StarCaffè». «È un progetto- continua Sabatini- che impiegherà 36 mesi per andare a regime, ma prevedo che tra tre o quattro anno toccheremo i 10 milioni di euro di fatturato annui». A breve saranno avviati progetti pilota per sperimentare e mettere a punto il format.
E’ la prima volta al mondo che una squadra si compra lo sponsor, quel marchio finora solo appiccicato sulle canotte
Perché nel mondo dello sport e del basket in particolare succede il contrario, vedi gli esempi di Benetton Treviso, Scavolini Pesaro e Castiglioni (Castigroup) Varese. A riempire il buco negli almanacchi ci ha pensato la Virtus pallacanestro Bologna che, in pratica, s’è presa la Caffè Maxim, azienda di torrefazione per 76 punti vendita sparsi per lo più in città e provincia.
Solo quest’estate, proprio lo sponsor aveva pronti, così trapelò, cinque milioni di euro per comprarsi la squadra: Claudio Sabatini, il proprietario della Vu nera, ringraziò, preferendo un bell’assegno di sponsorizzazione da oltre un milione di euro a stagione. Di questi denari, nessuno ha voluto dire quanti ne sono già finiti nelle casse del club, certo è che adesso, all’improvviso, arriva questo «affitto d’impresa». Per Sabatini si tratta di «un’operazione mirata a rafforzare la società che non è solo una squadra di basket, ma uno stile di vita, di una comunità».
Non è la prima sterzata improvvisa del patron bianconero
Sempre alla caccia di nuove idee, ai confini dell’inquietudine imprenditoriale, pure con indubbi meriti: due anni e mezzo fa salvò una Virus cancellata dalla Federazione dal fallimento, la ricostruì in Legadue per poi riportarla in serie A. Lanciò l’idea della public company, dei pomeriggi al Palasport, del panettone bianconero, del ragazzino delle giovanili con i migliori voti a scuola da mettere nei 12 grandi alla domenica. L’estate passata tentò pure la scalata al Bologna calcio, bruciato, non senza polemiche, da Alfredo Cazzola, che della Virtus fu il padrone. Nel passato, partendo dall’azienda di allestimenti fieristici, creò dal nulla il Futurshow, l’intuizione di un’imprenditore che pare sempre guardare un pò più avanti.
L’obiettivo, allora, non può che essere ripido e ambizioso: «Vogliamo raggiungere i 300 punti vendita in regione – ha detto Sabatini – con la previsione di arrivare a un fatturato di 10 milioni di euro nel giro di tre-quattro anni. Adesso è di circa un milione». I Caffè Maxim, nella visione di Sabatini, dovranno diventare luoghi di incontro per i tifosi – «siamo fra i pochi club di basket ad averne sparsi per tutta Italia» – che «ci potranno comprare biglietti, trovare oggetti griffati o vedersi le partite». Magari, in futuro, «su un Virtus channel».
Diventato della casa il marchio, ora si libera un posto per un nuovo sponsor principale, che sarà il nuovo nome della Virtus Bologna
E, soprattutto, porterà nuovi quattrini: «Certo, c’è bisogno di soldi – ha aggiunto Sabatini – ma soprattutto di grandi aziende che vogliano investire sul marchio». Per farcela, intanto, ieri è stata costituita una società ad hoc, la StarCaffè, partecipata di Virtus e Gruppo Sabatini. «D’altronde – ha spiegato ancora – il fatto di poter rilevare il marchio Caffè Maxim era in un’opzione prevista nel contratto». Quando s’affacciò per l’acquisto del Bologna, più di un tifoso mugugnò, dicendo che, se c’erano proprio soldi da spendere, meglio sarebbe stato metterli nella Virtus.
Pragmatismo da tribuna che rischia di ripetersi ora: altro che Caffè Maxim, vuoi mettere comprarsi un bel playmaker, o magari quei due rinforzi che proprio lo sponsor promise a Natale?.
Anche a suggerirlo, Sabatini non fa una piega, scherzandoci sopra: «Se berranno caffè, rinforzeranno la squadra».