MILANO – Non sono solo i comuni mortali a essere amanti, se non dipendenti, da caffè. Questa bevanda è qualcosa che accende i cuori anche di parecchi vip coffeelover di tutte le età, genere e epoche. Dai musicisti agli attori, dalle scrittrici ai filosofi, le celebrità che hanno un debole per il caffè sono parecchie. Dal sito iodonna.it, riportiamo una carrelata dei nomi di alcuni tra i più famosi, nell’arco di diversi secoli.
Vip coffeelover, si parte dall’attore Hugh Jackman
La passione per il caffè di Hugh Jackman l’ha portato a creare anche una propria miscela: Laughing Man Coffee, parte della Laughing Man Foundation un nuovo business che utilizza il 100% dei profitti per andare incontro ai bisognosi di tutto il mondo. La fondazione supporta le comunità di coltivatori di caffè investendo in programmi che dedicati alla loro salute, alla crescita e al successo, per i coltivatori di caffè e le loro famiglie.
Come interpretare il caffè con poesia?
Lasciando la parola al celebre intellettuale (e dandy) Robert de Montesquieu: “Il caffè è l’unico luogo dove il discorso crea la realtà, dove nascono piani giganteschi, sogni utopistici e congiure anarchiche senza che si debba lasciare la propria sedia”.
Per molti, il caffè è un rito
Ma può diventare anche una piccola ossessione: condivisa da Beethoven che, ogni mattina, non poteva fare a meno del suo caffè preparato con esattamente 60 grani. Non uno di più, non uno di meno.
Sposare la filosofia del caffè può cambiare la vita
Ok, forse non del tutto… ma sicuramente la sua sferzata di energia può essere decisiva per il carattere che si avrà nella giornata, come confida il celebre presentatore americano David Letterman: “Se non fosse per il caffè, la mia personalità non avrebbe nulla di particolarmente distinguibile”.
Ehi, il caffè è una cosa seria
Non prendiamolo poco sul serio. Ma come fece la celebre scrittrice Gertrude Stein, dedichiamoli un pensiero: “Il caffè è molto più di una bevanda: indica che qualcosa sta accadendo. Non qualcosa di volubile, un vero e proprio avvenimento. Ti regala del tempo. Non in ore o minuti: è una chance di essere semplicemente te stesso. Anche due volte: e in questo caso, di prenderne una seconda tazza”.
Un altro vip coffeelover
E come Hugh Jackman, anche Leonardo DiCaprio con la sua fondazione ambientale ha stretto un’alleanza con la torrefazione del caffè La Colombe Torrefaction per una nuova nuova linea di caffè chiamata Lyon. Il cento per cento dei profitti netti della vendita di Lyon è infatti devoluto a enti di beneficenza ambientali sostenuti dallafondazione DiCaprio.
Il caffè si beve caldissimo
O allungato con acqua bollente, per chi lo amasse così. Scaldato, potremmo veder corrompere il suo aroma, Al riguardo fu il filosofo Immanuel Kant a dare una spiegazione più che convincente: “L’amicizia è come il caffè. Una volta fredda non ritorna al suo sapore originale, anche se è riscaldata”.
Il caffè bisogna anche saperlo fare
Chi viene in Italia lo sa. Ma anche nei Paesi che al riguardo custodiscono grandi tradizione: in Turchia, Etiopia, Sudamerica. Ma se vi trovaste in luoghi dove questa bevanda non è “di casa”, avrete dalla vostra una battuta della celebre scrittrice Agatha Christie, che sul caffè assaggiato nella sua stessa patria diceva: “>Il caffè, in Inghilterra, ha sempre il sapore di un esperimento chimico”.
Ognuno beve il caffè come meglio crede
Soprattutto in casa propria. C’è chi lo preferisce a letto, chi davanti alla tv, oppure fuori dalla dimensione domestica, al bancone del bar preferito. Al riguardo, l’attrice Michelle Williams ha detto la sua in fatto di abitudini.
“Mi piace fare cose strane sotto la doccia, come bere il mio caffè, lavarmi i denti e bere un frullato. La trovo un’ottima gestione del tempo”.
Si può inserire il caffè come elemento propria dieta? Forse è meglio di no
Ma c’è chi (per periodi limitati) ne ha fatto un chiodo fisso. Ad averlo ammesso è il celeberrimo regista David Lynch (già noto per aver proclamato al riguardo “Meglio un cattivo caffè che nessun caffè”). Che sulle sue abitudini alimentari ha fatto outing in un’intervista del 1999, parlando della sua affezione alla celebre catena di ristoranti americana Bob’s Big Boy: “Mi piace che le cose siano ordinate. Ho mangiato per sette anni al Bob’s Big Boy. Andavo alle 2:30, dopo l’ora di pranzo, nutrendomi con un milk shake al cioccolato e quattro, cinque, sei, sette tazze di caffè”.
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Giuseppe Verdi usava infatti definire il caffè come balsamo per il cuore e per lo spirito. Ma in cima a chi per il caffè nutriva un’ossessione troviamo Honoré de Balzac. Del re dei romanzieri di Francia si parla spesso, citando le sue (si dice) 50 tazze quotidiane. Fu questo amore a portarlo verso la stesura di un piccolo Trattato sul caffè (parte del Trattato sugli eccitanti moderni), appendice a un’edizione della “Fisiologia del gusto” del gastronomo Brillat-Savarin.
Con o senza zucchero? Questione di gusto
Ma a dire la sua fu il filosofo Søren Kierkegaard: che lo preferiva dolce, anzi dolcissimo, narra il suo biografo Joakim Garff, spiegando come usasse versarlo bollente su una piramide di zucchero in una delle sue 50 tazze personali. A sceglierla ci pensava il suo segretario: ogni scelta, si dice, doveva essere argomentata con un’ottima ragione filosofica.
Ma il caffè può diventare musica? Certo. Non vi resta che ascoltare la Coffee Cantata, composta da un entusiasta Johann Sebastian Bach nel 1732: ovviamente, anche il celebre musicista non poteva farne a meno.