VERONA – C’è anche il lato dolce e cioccolatoso del Vinitaly. Per esempio nello stand di Dario Loison, produttore di panettoni dal 1938 a Costabissarea (Vicenza), si poteva testare in anteprima un prodotto nuovo, che presto verrà immesso sul mercato, dopo le prove con lo chef Alberto Basso del ristorante “3quarti” di Grancona (Vicenza): è una crema di panettone, da spararsi in bocca direttamente dal tubetto. E’ realizzata con crema pasticcera e dovrebbe essere pronta per Cibus a Parma, in maggio.
Vinitaly ospita anche alcune golosità
Di certo è una curiosità dell’azienda vicentina che ormai fattura 6 milioni di euro (il 45% destinato all’export) e che da anni sta cercando di de-stagionalizzare il dolce lievitato più noto del nostro Paese. “Vendo ai francesi anche d’estate – ammicca Dario Loison – perché lo consumano grigliato al forno con il foie gras…. una leccornia, da abbinare magari a un nostro muffato o a un Sauternes”. All’assaggio la crema è sorprendente, untuosa in bocca, forse un po’ troppo dolce, ma certamente manda al cervello un messaggio da “madeleine” di “panettosità” concentrata fortissimo.
E nella bolgia del Agrifood ecco due maestri cioccolatieri piemontesi, Giacomo Boidi di Giraudi (vicino ad Alessandria) e il torinese Gabriele Maiolani di Odilla Chocolat
Anche loro hanno portato al Vinitaly le loro novità, realizzate con la nocciola, vero must della tradizione subalpina. Così Giraudi presenta i suoi nuovi gianduiotti stampati (cioè “modellati” in stampi e non estrusi, uno dei tre modi nei quali si può produrre il cioccolatino nato dal matrimonio tra tonda e gentile e cacao) del peso di “sette grammi e mezzo”, tiene a precisare Giacomo: quello in carta argentata ha un 7 per cento di latte in polvere, su una base potente di un 40 per cento di nocciole.
Il fondente ha la carta marrone ed è senza latte, secondo la tradizione. Le Igp di collina del Piemonte fanno il loro lavoro, all’assaggio: sono sensuali, profonde, con un profumo intenso di nocciole e una cremosità eccezionale, perché con una percentuale così alta il gianduiotto si connota fortemente. Il primo gianduiotto di Giraudi è davvero invitante e seducente. Anche Maiolani, di Odilla, maestro cioccolatiere torinese molto conosciuto per le sue praline “alla francese” con ganache suadenti alla frutta e ai mille aromi, ha deciso di cimentarsi con le nocciole.
E’ così nato un nuovo cioccolatino, che si chiamerà forse Godò o Godo-T, presentato a Vinitaly
L’idea nasce dalla commedia di Samuel Becket, Waiting for Godot . “Ho fatto davvero tanti esperimenti con le nocciole e il cacao – racconta Gabriele Maiolani – : questa mia nuova ‘creatura’ così è nata dopo una lunga attesa, un po’ come nell’opera dell’assurdo dello scrittore irlandese. Ecco allora l’idea di questo nome…”. E’ una boule da 10 grammi, con un ripieno al 50 per cento di nocciole, un 40 per cento di zucchero e appena l’8 per cento di cacao. La copertura può essere con prevalenza di fondente oppure di cioccolato al latte. All’assaggio Godo-T si dimostra voluttuso, dal gusto pieno alla nocciola, davvero goloso e piacevole. Fonte: lastampa.it