MILANO – In occasione della quarantunesima edizione del salone internazionale dell’ospitalità, HostMilano, l’incontro allo stand di Sta Impianti con il fondatore e direttore commerciale Vincenzo Bazzanini. Ecco l’intervista in cui vengono svelati più nel dettaglio, i nuovi prodotti messi in mostra durante la manifestazione.
Vincenzo Bazzanini: cosa ci può dire di questo HostMilano
Ho venduto diverse macchine. Nello stand di Sta Impianti sono molti i modelli già piazzati.
Perché la divisione per chili?
“La torrefattrice da 180 chili nasce dal fatto che si tratta di un formato che i competitor non hanno. È una dimensione intermedia che si colloca tra quella da 120 e l’altra da 240, tra cui c’era troppa distanza.
Per questo abbiamo progettato la machina da tre sacchi che permette, con poca spesa, una resa migliore, senza dover passare direttamente a una da 240 che può creare difficoltà economiche alle aziende.”
Come sono i prezzi delle macchine Sta?
Risponde Vincenzo Bazzanini: “Noi abbiamo investito molto per sviluppare soluzioni “green”, che garantiscano da un lato un risparmio energetico e dall’altro una riduzione dei fumi nell’ambiente. Quindi il costo iniziale può sembrare alto, ma
nell’arco di due anni è già ammortizzato grazie ai risparmi che ne derivano.”
Questa tendenza verso la sostenibilità è scattata anche per voi
“In realtà, è sempre stata nella filosofia della nostra ricerca e sviluppo quella di creare macchine eco compatibili, per migliorare l’ambiente. Nelle nuove macchine, ad esempio, non c’è materiale di coibentazione e tutte si raffreddano con l’aria.”
Il tostino da un chilo a chi è rivolto?
“A chi deve condurre prove da laboratorio. Con questa riescono a studiare le formule prima di utilizzare il caffè, così non se ne spreca e si può vedere se corrisponde alle esigenze del cliente. E’ ecologica perché è totalmente elettrica, con due livelli di fiamma e non produce emissioni.”
Il modello da 15 chili perché?
Aggiunge Vincenzo Bazzanini: “La dichiariamo da 15 chili. In realtà è l’unica macchina nel settore che è modulabile: può cuocere da un minimo di 2 chili a un massimo di 19 chili, ottenendo sempre lo stesso risultato di tostatura. Attraverso la tecnologia dei bruciatori modulanti di ultima generazione e degli inverter che ci permettono di regolare il numero di giri e il flusso dell’aria.”
Quindi si tratta di un’unità tra i 2 e i 19 chili: a chi l’ha venduta?
“Per esempio alla torrefazione il Griso, con cui abbiamo collaborato per un anno e mezzo allo sviluppo della macchina. Noi non siamo torrefattori, quindi in base alle richieste di professionisti come Antonio Biscotti, che fa molta ricerca sulla materia prima, siamo riusciti a costruire uno strumento personalizzato. Si tratta di una macchina adatta alle sue esigenze, ma facilmente configurabile in base alle necessità di altri professionisti del caffè.”
E’ una macchina pensata per le torrefazioni che vogliono tostare una linea specialty
“Sì. Si presta tantissimo per il grande e per il piccolo quantitativo quando trattiamo gli specialty, che sono caffè costosi e che quindi, lavorati da una macchina come la nostra, non vengono sprecati. Abbinata a un computer infatti, è in grado di memorizzare più di 100 ricette e così si ha una vasta gamma di possibilità di gestione della macchina. In più, ha anche una spietratrice che, in caso in cui il caffè necessiti di pulizia, è in grado di farlo.”
I clienti che hanno acquistato o che sono arrivati allo stand, che cosa chiedono?
“Avere un miglioramento nella fase del raffreddamento del caffè perché hanno un problema, soprattutto in estate: quello di raffreddare il caffè come di inverno. In questo senso abbiamo sviluppato un brevetto che è in fase di registrazione. Usiamo dei gas naturali a bassa temperatura che possono anche inibire eventuali principi di incendi togliendo l’ossigeno. Soprattutto, migliora la qualità del prodotto, essendo l’ossigeno un nemico della qualità del caffè.”
Vincenzo Bazzinini: è la macchina che tosta o il torrefattore?
“Tutti e due insieme. La macchina da sola può fare tanto, ma deve esser programmata dal torrefattore. Quindi un asset fondamentale può essere rappresentato dalla macchina da un chilo. La Rbl per specialty, dal canto suo, ci mette in condizioni con pochi chili di caffè di creare una curva adatta da replicare poi nelle altre macchine più grandi. Via cavo si trasmettono le informazioni agli strumenti più grandi. Le prove sono possibili con la macchina più piccola, senza però rovinare i caffè pregiati.”
Vincenzo Bazzanini, è soddisfatto di HostMilano?
“Sì. Ho visto un pubblico più preparato, con le idee più chiare, disponibile a comprendere i motivi dietro a una macchina green. Molto attento alla trasformazione del prodotto. Molti ancora oggi hanno idee confuse su quanto costa questo processo. Oggi noi rispondiamo alla domanda.”
La torrefattrice: un oggetto che ancora è inteso come un antico strumento. Una macchina che non si rompe mai e non si cambia mai
“Io non disdegno chi tosta a legna. Con i nostri sistemi si ottiene un ottimo risultato. Comunque la macchina antica è una buona base da modernizzare. Purtroppo oggi può esser persino penalizzante la parte tecnica, perché deperisce più velocemente.”
Chi acquista le nuove macchine perché lo fa?
“Perché aumentano la produzione e hanno la necessità di restare al passo con i nuovi volumi. Noi cerchiamo di mettere i clienti, sia quelli nuovi che quelli storici, nella condizione di migliorare il lavoro e abbassare i costi. E’ una lotta continua per far scendere i prezzi per i clienti. Lavoriamo insieme alle università e agli ingegneri, per trovare nuove soluzioni, per esempio con nanotecnologie per recuperare l’energia quando si tosta.”
L’assistenza Sta Impianti è nota: come funziona
“Stando vicino al cliente. Abbiamo un ufficio preposto per questo. E il cliente sa che quando è fermo, diventa una nostra priorità: in poche ore siamo da lui per farlo ripartire.”