MILANO – Brusca frenata dell’export vietnamita a novembre. Secondo i dati doganali, gli imbarchi del primo produttore mondiale di robusta hanno subito, il mese scorso, una flessione del 12,3% sul precedente mese di ottobre scendendo a 84.059 tonn (circa 1,4 milioni di sacchi), a fronte di previsioni del commercio comprese tra le 120-150 mila tonn.
Tale volume risulta comunque superiore alle 79.158 tonn registrate nel novembre dell’anno scorso.
Quali i motivi di questa imprevista flessione? Secondo gli addetti ai lavori, i produttori vietnamiti se la stanno prendendo comoda: non hanno nessuna fretta di vendere il nuovo raccolto essendo ben capitalizzati.
Oltretutto si prevede che la produzione di quest’anno segnerà un parziale calo rispetto a quella record dell’anno scorso. Di quanto? Le valutazioni – come abbiamo visto nelle ultime settimane – differiscono da fonte a fonte.
Il più recente report del servizio informativo estero del Minagricoltura americano ipotizza un minor volume nell’ordine del mezzo milione di sacchi. Molto più pessimista Volcafe, secondo la quale il raccolto 2014/15 sarà inferiore di oltre 2,5 milioni di sacchi rispetto al 2013/14.
Vicofa – l’Associazione vietnamita del caffè e del cacao – gioca come sempre al massimo ribasso e prevede addirittura un calo del 20% anno su anno.
La prospettiva di un minor raccolto costituisce comunque un incentivo a rinviare le vendite, nella speranza di possibili rialzi futuri dei prezzi. Gli analisti osservano peraltro come il comparto sia ormai in grado di gestire le scorte in modo molto efficace e accorto, ritirando temporaneamente dal mercato volumi ingenti per reintrodurli al momento più opportuno.
Per la cronaca, la tonnellata di caffè verde era quotata ieri (15 dicembre) nel Dac Lac a 39.900 dong (1.914 dollari), contro i 40.800 dong della settimana scorsa e gli oltre 41 mila dong della primavera passata. Tale valore rimane comunque superiore di oltre il l’11% a quello che si registrava l’anno scorso in questo stesso periodo.
Non è in calo il solo export vietnamita. Anche gli imbarchi degli altri due principali produttori asiatici – Indonesia e India – hanno segnato il passo il mese scorso. Significativa la flessione delle esportazioni dell’isola di Sumatra, la più importante area di produzione indonesiana: appena 13 mila tonn, pari a un minor volume del 75% rispetto a novembre 2013, stando ai più recenti dati governativi.
CAFFÈ TERZA VOCE DELL’EXPORT VERSO L’ITALIA – Ammonta a 2,5 miliardi di dollari il valore dell’export vietnamita verso l’Italia degli 11 mesi trascorsi. Secondo il Ministero dell’industria e del commercio di Hanoi, tale dato è superiore del 18,2% a quello registrato tra gennaio e novembre del 2013.
La voce più importante è rappresentata dai telefonini e componenti (913,4 milioni di dollari). Seguono, a grande distanza, le calzature (238 milioni) e il caffè (211 milioni).
L’export italiano verso il Vietnam è stato, nello stesso periodo, di 1,19 miliardi di dollari. Stando alla stessa fonte, l’Italia è il diciottesimo principale mercato di destinazione delle esportazioni vietnamite, nonché il quindicesimo mercato per quanto riguarda l’import.
L’imminente Accordo di libero scambio tra il Vietnam e l’UE contribuirà ad accrescere ulteriormente l’interscambio tra i due paesi.
Numerose aziende italiane hanno espresso il loro interesse a investire in Vietnam. La più recente missione commerciale ha portato, a novembre, nella nazione asiatica un centinaio di imprenditori di tutti i settori industriali.