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VIETNAM – Studio di Mintel evidenzia il grande dinamismo del mercato interno

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MILANO – Sempre più affollata la scena vietnamita, così evidenzia una ricerca Mintel. Con la discesa in campo recente di Starbucks, oltre a quella imminente di Dunkin’ Donuts e le presenze già consolidate di diverse altre catene. Come la californiana Coffee Bean & Tea Leaf e l’australiana Gloria Jean’s Coffees International.

Un mercato, quello della popolosa nazione indocinese (oltre 90 milioni di abitanti), sempre più promettente e appetibile per i competitor locali e globali.

Mintel: alcuni dati

Secondo cifre recentemente diffuse da Mintel, il valore del mercato interno vietnamita è passato da 127,33 milioni di dollari nel 2008 a 287,34 milioni nel 2012. Con un incremento del 125,7% nell’arco di 5 anni.

E la crescita è destinata a proseguire

L’analista londinese ritiene infatti che il fatturato potrebbe ulteriormente raddoppiare di qui al 2016. Raggiungendo così i 573,75 milioni di dollari.

La riprova della vivacità del mercato

La ricerca Mintel rileva inoltre come sia stato lanciato in Vietnam oltre un quinto (23%) delle nuove referenze apparse in Asia nell’arco degli ultimi 2 anni nel segmento del caffè torrefatto, macinato o in grani.

Il dato pro capite rimane basso (1,15 kg)

Ma è sufficiente comunque a fare del Vietnam il quarto paese consumatore asiatico alle spalle del Giappone (2,9 kg per abitante), della Corea del sud (2,42 kg) e della Tailandia (1,95 kg).

“Le statistiche parlano a favore di questo paese, con una popolazione giovane, un buon livello di istruzione e un ceto medio emergente assetato di novità occidentali” ha dichiarato Jonny Forsyth, Global Drinks Analyst per Mintel.

La riprova? Le lunghe file che si sono formate, il giorno dell’inaugurazione, all’esterno del primo locale vietnamita di Starbucks, che ha aperto i battenti a inizio febbraio a Ho Chi Minh City.

Un target giovane, sensibile alle mode e alle nuove tendenze di lifestyle, in analogia con quanto accade nel resto dell’Asia.

Va rilevato tuttavia un elemento di distinzione forte rispetto a molti altri mercati asiatici.

“In Vietnam, la gente beve caffè da decenni ed esiste una consolidata culturadi consumo – afferma ancora Forsyth – Il caffè tostato fresco è reperibile praticamente a ogni angolo della strada, in tutte le città del paese”.

“La sfida consiste dunque nel convertire i consumatori a forme di consumo più moderne e internazionali”.

Per le grandi catene di caffetterie ciò si tradurrà nell’esigenza di aprirsi ai gusti locali “senza compromettere i valori essenziali della brand experience, che hanno reso questi marchi così popolari a livello globale”

Un po’ come ha fatto Starbucks che si è dichiarata, sin dal suo debutto, rispettosa delle tradizioni vietnamite affermando di voler trovare una giusta sintesi “tra l’offerta globale che la clientela si aspetta di trovare nelle nostre caffetterie e gli usi locali”.

L’Ico stima i consumi del Vietnam per l’anno solare 2011 in 1,583 milioni di sacchi, con una crescita a volume del 65% nell’arco degli ultimi 4 anni.

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