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VIETNAM – Governo vuole aumentare la produzione di caffè lavati

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MILANO – La quinta edizione del Festival del caffè di Buon Ma Thuot, che si è conclusa ieri nell’omonima capitale del Dak Lak, ha fornito l’opportunità per fare il punto sulle prospettive del comparto vietnamita.

L’occasione è stata offerta da un convegno sullo sviluppo sostenibile del settore del caffè, che ha visto la presenza di esperti, operatori del settore e politici.

Nguyen Van Hoa, vice responsabile del Dipartimento per le colture agricole del Ministero dell’agricoltura e dello sviluppo rurale (Mard) ha esposto le nuove linea guida governative.

Hanoi intende mantenere immutata l’attuale estensione delle superfici coltivate a caffè – stimata in circa 600 mila ettari – di qui al 2020.

Le aree prioritarie di sviluppo rimarranno le quattro province degli Altipiani centrali di Dak Lak (190,000 ha), Lam Dong (150,000 ha), Dak Nong (115,000 ha) e Gia Lai (75,000 ha).

Le superfici destinate alla coltivazione di “nuove varietà” verranno portate al 40% del totale. Le buone pratiche agricole saranno estese all’80% delle aree entro il 2020.

Verrà inoltre promossa la denominazione di origine, quale strumento per elevare il prestigio delle produzioni di alta qualità.

Particolare attenzione verrà data al miglioramento degli impianti di prima lavorazione del caffè, che entro la fine del decennio dovranno essere tutti in linea con gli standard nazionali.

Uno degli obiettivi, sempre secondo Hoa, è quello di elevare la proporzione di caffè lavorato per via umida sino al 30% del totale di qui al 2020, stando a quanto riferisce il quotidiano online del Partito comunista del Vietnam. L’alto responsabile governativo non ha tuttavia specificato con quali modalità e in quali percentuali di arabica e robusta.

Il governo favorirà gli investimenti nelle infrastrutture, nonché nella ricerca e nell’innovazione.

I partecipanti alla conferenza hanno messo l’accento sui ritardi strutturali e sulle difficoltà di gestione e pianificazione del settore.

Va osservato che tutti i tentativi compiuti in passato dai governi vietnamiti di controllare e contenere l’espansione della coltura del caffè si sono sempre rivelati scarsamente efficaci e che, sino a pochi anni fa, i documenti di pianificazione a lungo termine di Hanoi puntavano a mantenere le superfici coltivate sotto il mezzo milione di ettari.

Nestlé aiuta i produttori

Circa 4 milioni di piantine verranno distribuite, nell’arco del 2015, ai produttori vietnamiti, grazie alla cooperazione tra l’Istituto per la scienza agricola e forestale degli Altipiani centrali (Wasi), Nestlé Vietnam e il Nescafé Plan. Nestlé sosterrà circa la metà della spesa ha rivelato il direttore dell’istituto Le Ngoc Bau.

Tra il 2011 e il 2014, Wasi e Nestlé hanno distribuito oltre 11 milioni di piantine a decine di migliaia di coltivatori di caffè a basso reddito.

Le varietà selezionate ad alto rendimento che vengono utilizzate consentono rese sino a 7 tonnellate per ettaro, sostengono fonti locali.

Si calcola che circa il 20% degli arbusti di caffè degli Altipiani centrali abbia un’età superiore ai 20 anni, limite al di là del quale la produttività delle piante diminuisce sensibilmente. Circa 140-150 mila ettari di piantagioni andranno sostituiti nell’arco del prossimo decennio.

Il Nescafé Plan promuove in Vietnam la diffusione delle pratiche sostenibili in applicazione dei protocolli dell’Associazione 4C.

Attraverso le attività di supporto e formazione, nonché altre iniziative di sensibilizzazione e divulgazione, il numero di produttori operanti secondo questo standard è passato da meno di 2.000 nel 2011 a 13.800 nel 2014.

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