MILANO – I dati aggiornati diffusi dal Dipartimento delle Dogane di Hanoi confermano gli ingenti volumi di caffè che il Vietnam ha commercializzato sui mercati internazionali da gennaio. Nei primi 8 mesi dell’anno solare 2014, l’export del gigante asiatico è stato complessivamente di 1.265.707 (21,095 milioni di sacchi da 60 kg), per un fatturato di 2.617.704.721 dollari, pari a un incremento del 30,7% a volume e del 25,98% a valore rispetto al pari periodo del 2013.
Il prezzo medio per tonnellata è stato di 2.068 dollari, in calo del 3,59% rispetto all’anno scorso.
La destinazione più importante rimane la Germania, verso la quale sono state imbarcate 180.944 tonn di caffè (+38,59%), per un valore di 364.894.860 dollari (+35,64%).
Secondo mercato, gli Usa con 121.308 tonn (+16,34%) esportate e un fatturato di 259.512.826 dollari (+13,9%).
Fortissimo l’incremento delle esportazioni verso il Belgio, verosimilmente dovuto al consistente reintegro delle scorte certificate Liffe nei magazzini del porto di Anversa avvenuto a partire da fine primavera. Si è raggiunto un totale di 91.364 tonn (+174,95%), per un valore vicino ai 178 milioni di dollari (+150,36%).
L’Italia scivola così al quarto posto, pur avendo acquistato dal Vietnam 89.831 tonn di caffè (+44,46%), pari a 1,497 milioni di sacchi, spendendo 178.155.937 dollari (+39,65%).
Più contenuti gli incrementi degli imbarchi verso Spagna (80.916 tonn, pari al 9,13% in più) e Giappone (58.820 tonn, + 1,48%), mentre lievitano, invece, le vendite alla Federazione Russa (38.172 tonn, + 51,8%).
VICOFA CI RIPROVA – Da segnalare intanto un nuovo appello di Vicofa (la potente associazione dei produttori di caffè e cacao) rivolto al governo, affinché dia il via libera e il supporto finanziario a un piano di ritenzione delle scorte volto a ritirare temporaneamente dal mercato 200 mila tonn del raccolto 2014/15. L’associazione ha proposto più volte in questi ultimi anni il varo di schemi analoghi senza ottenere il consenso dell’esecutivo.