Export vietnamita in netta ripresa durante il mese di luglio. Secondo dati preliminari diffusi martedì da fonti governative, gli imbarchi raggiungeranno, a fine mese, le 115.000 tonnellate (1,92 milioni di sacchi): il 29,8% in più rispetto a luglio 2014.
Si tratta del miglior risultato mensile da marzo, quando gli imbarchi hanno raggiunto un picco di 130.500 tonnellate.
Questo dato, se confermato, porterebbe il totale dall’inizio dell’annata caffearia corrente a 1,09 milioni di tonnellate (18,24 milioni di sacchi), in calo del 22,7% rispetto al pari periodo 2013/14.
Scorte a 9 milioni
Secondo varie stime del commercio, sarebbero tuttora giacenti nei magazzini vietnamiti almeno 9 milioni di sacchi di caffè: un volume superiore di oltre un terzo all’intero export previsto quest’anno per l’Indonesia, secondo esportatore asiatico di caffè.
La media delle risposte di un recente sondaggio Reuters, condotto su un campione di operatori del settore, indica che il prossimo raccolto vietnamita sarà nell’ordine dei 28,8 milioni di sacchi.
Sul fronte interno, i prezzi nelle regioni degli altipiani centrali, la massima area di produzione del paese, erano scesi martedì a 34.500-35.800 dong (1,58-1,64 dollari), contro i 35.300-36.300 di una settimana fa.
Potenziare l’industria
Il Ministero dell’agricoltura e dello sviluppo rurale di Hanoi ha intanto riaffermato l’obbiettivo di accrescere il valore aggiunto di filiera dando impulso alle attività di trasformazione del caffè, con l’obbiettivo di incrementare ad almeno il 25%, entro il 2020, la percentuale di raccolto lavorata dall’industria nazionale.
Per il 2030, i piani del governo prevedono che la produzione di caffè trasformato superi le 400 mila tonnellate, di cui oltre 350 mila di solubile.
Secondo il ministero operano attualmente in Vietnam 239 aziende di trasformazione del caffè, in massima parte concentrate nelle regioni del sud-est e degli altipiani centrali.