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giovedì 21 Novembre 2024
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Vietnam: export dei primi 8 mesi in calo di un terzo

Ingenti le scorte di riporto nella nuova annata caffearia. E tra poche settimane il nuovo raccolto entra nel vivo

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MILANO – Cresce l’attesa, sulla piazza vietnamita, per l’ormai imminente raccolto 2015/16, che inizierà a ottobre ed entrerà nel vivo a novembre. Ma di prima di cominciare a vendere il new crop bisognerà pensare a smaltire le ingenti scorte accumulate durante l’annata che volge al termine.

Circa 320 mila tonnellate – secondo un recente sondaggio Bloomberg svolto presso un campione di addetti ai lavori e aggiornato a fine agosto– quasi tre volte e mezzo i volumi giacenti nei magazzini vietnamiti alla stessa ora dell’anno scorso.

Le più recenti cifre del Ministero dell’agricoltura e dello sviluppo rurale (Mard) confermano il crollo subito dagli imbarchi vietnamiti nel corso di quest’anno.

Nei primi 8 mesi dell’anno solare 2015, le esportazioni sono state pari a 874 mila tonnellate e hanno portato in cassa 1,79 miliardi di dollari, un terzo in meno, sia a volume che a valore, rispetto al pari periodo 2014.

Leggermente diversi, ma sostanzialmente concordanti nella tendenza delineata, i dati divulgati dal Dipartimento generale delle dogane.

Quest’ultimo quantifica in 879 mila tonnellate l’export nel periodo gennaio-agosto, per un fatturato di 1,81 miliardi di dollari, pari a calo del 32,2% e del 32,6%, rispettivamente a volume e a valore.

Il trend negativo è condiviso dall’assieme dell’export agricolo, che ha segnato, nello stesso periodo, un calo complessivo del 7,7% fermandosi a 9,2 miliardi di dollari.

Parlando a un forum che si è svolto questa settimana ad Hanoi, il direttore dell’Istituto per le politiche e le strategie agricole e dello sviluppo rurale (Ipsard ) Nguyen Do Anh Tuan ha formulato previsioni a tinte altrettanto fosche anche per l’ultimo trimestre dell’anno.

Al di là dell’andamento negativo del comparto delle commodity, il Vietnam è stato penalizzato – sostiene Tuan – dalle forti svalutazioni subite dalle monete dei paesi concorrenti, maggiori di quella registrata dal dong.

Esse hanno messo sotto ulteriore pressione i prezzi rendendo, in alcuni casi, meno competitivi i prodotti vietnamiti.

Emblematico il caso del riso vietnamita, la cui share, sul mercato cinese, è scesa, in meno di due anni, dal 66% al 47%, a vantaggio soprattutto di Tailandia e Cambogia.

Tornando al caffè, i prezzi interni hanno segnato una parziale ripresa a inizio settimana risalendo a un massimo di 35.800 dong al chilogrammo, contro i 35.400 dong di metà mese, tuttora lontani, comunque, dagli oltre 41 mila del febbraio scorso.

Secondo fonti specializzate, la recente debolezza della moneta vietnamita nei confronti del dollaro ha dato un po’ di fiato alle vendite in questo finale di stagione, ma le scorte di riporto nella nuova annata caffearia, che inizia il 1° ottobre, saranno comunque ingenti.

La media delle risposte del già citato sondaggio Bloomberg prevede, per il 2015/16, un raccolto vietnamita da 28,6 milioni di sacchi.

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