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VIETNAM – Export in calo (-36%) anche a gennaio

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MILANO – Export vietnamita ancora in calo rispetto ai livelli record dell’anno passato. Secondo i dati diffusi martedì dalle autorità doganali di Hanoi, le esportazioni sono state pari, a gennaio, a 143mila tonn (2,38 milioni di sacchi) ossia il 36% in meno rispetto ai volumi registrati nel primo mese del 2013.

Il dato è più o meno in linea con le previsioni dei commercianti, mentre risulta superiore a una precedente stima governativa di 135mila tonn.

Sull’andamento degli imbarchi ha inciso il capodanno lunare (Tết Nguyên Đán), ricorso quest’anno a cavallo tra gennaio e febbraio. in coincidenza con la festività, i mercati sono rimasti chiusi per un’intera settimana (dal 28 gennaio al 5 febbraio).

Sempre secondo le cifre ufficiali, nei primi 4 mesi dell’annata caffearia corrente, l’export del Vietnam è stato di 420.100 tonn (poco più di 7 milioni di sacchi) di caffè, pari al 31,3% in meno rispetto allo stesso periodo 2012/13.

A tutt’oggi è stato commercializzato appena il 30% del raccolto 2013/14 sostengono fonti del commercio. Le vendite si sono intensificate quando il Liffe ha valicato la soglia dei 1.800 dollari per tonnellata. Ma i produttori continuano a tenere il caffè in magazzino convinti che i prezzi possano subire un’ulteriore escalation.

Terraced_Coffee_Plants_in_Vietnam calo

Sul mercato interno, il chilogrammo di robusta veniva pagato martedì, nella provincia di Daklak, tra i 34.700 e i 34.900 dong (1,64-1,65 dollari), contro i quasi 41.000 dong di un anno fa.

L’Ico stima il raccolto vietnamita di quest’anno nel dato record di 27,5 milioni di sacchi. Un recente (24 gennaio) sondaggio Reuters, condotto su un campione di addetti ai lavori, ha dato una cifra leggermente superiore, attorno ai 28 milioni. Altre fonti parlano addirittura di 29 milioni di sacchi.

Caffè superstar tra le commodity

Dopo i minimi pluriennali dello scorso anno, il caffè è tornato a dettare il passo nei mercati delle materie prime segnando, in questo primo scorcio del 2014, la miglior performance tra tutte le 24 commodity incluse nel paniere dell’indice GSCI di Standard & Poor’s.

Due lunedì fa (3 febbraio), l’Ice ha fatto un balzo di 1.075 punti registrando, in termini percentuali, il massimo incremento giornaliero (+8,59%) degli ultimi 8 anni.

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