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VIETNAM – Ai massimi storici le scorte dei produttori, a Londra invece …

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MILANO – Mentre gli stock certificati del Liffe sono ridotti ai minimi storici (meno di 400.000 sacchi), le scorte nelle mani dei produttori vietnamiti sarebbero invece a livelli record.

Questa la situazione fotografata da un recente sondaggio Bloomberg compiuto presso un campione di addetti ai lavori. Gli operatori interrogati stimano infatti in 850.000 tonn (14,17 milioni di sacchi) le giacenze dei produttori del paese asiatico alla data del 7 marzo scorso, pari al 50% circa del raccolto di quest’anno.

Mediamente, nei 5 anni trascorsi, i coltivatori vietnamiti avevano venduto, a questo punto dell’anno, circa il 60% dei loro raccolti.

La commercializzazione del new crop è proceduta quest’anno più a rilento, sia in ragione delle consistenti scorte di riporto che dei prezzi più bassi. L’inerzia è bruscamente cambiata il mese scorso, alla fine delle festività per il capodanno lunare.

I dati delle autorità doganali attestano infatti che l’export di febbraio ha raggiunto le 184.100 tonn (3,07 milioni di sacchi): oltre l’80% in più rispetto a un anno fa.

Il cambio di marcia ha sorpreso un po’ tutti, a cominciare dai commercianti.

Le vendite dei produttori sono proseguite a ritmo sostenuto nelle due settimane trascorse sorrette dai prezzi in ulteriore ripresa.

Ma la flessione intervenuta all’inizio di questa settimana ha raffreddato un po’ gli entusiasmi.

Martedì, il chilogrammo di caffè robusta veniva comprato nel Dak Lak a 41.000-41.300 dong, contro i 41.600-41.700 dong della settimana scorsa.

Un lieve calo che riflette i recentissimi ribassi del Liffe. I prezzi attuali sono superiori del 41% a quelli dello scorso novembre. Ma rimangono tuttora inferiori ai 45.500 dong pagati, nel 2013, in questo stesso periodo dell’anno.

Di qui la decisione di molti produttori di rallentare il ritmo delle vendite, in attesa di una nuova risalita dei prezzi, che appare abbastanza probabile.

Le aspettative rialziste sono alimentate anche dalla previsione di una possibile impennata nella domanda di caffè robusta, in conseguenza dei forti rincari degli arabica.

Intanto, il quotidiano ufficiale Saigon Giai Phong ha rilanciato, in questi giorni, le affermazioni, già fatte da Vicofa (l’associazione del caffè e del cacao), secondo le quali le forte siccità attuale potrebbe incidere negativamente sul prossimo raccolto.

Va premesso che il periodo primaverile è tipicamente secco in Vietnam e che già l’anno scorso l’associazione aveva lanciato un allarme siccità rivelatosi poi, in buona parte, infondato.

Secondo gli analisti di Citigroup, la situazione non è ancora allarmante, ma va comunque “ulteriormente monitorata”.

Anche Volcafe afferma che qualsiasi preoccupazione è al momento prematura.

Categorico invece il giudizio di un trader del Dak Lak, raccolto da Reuters. “Non c’è stata finora alcuna conseguenza: i coltivatori sono al terzo giro di irrigazione e tutto procede nella norma”.

Tra febbraio e maggio, i produttori vietnamiti sono soliti irrigare le piantagioni dalle 3 alle 4 volte, a intervalli di 20 giorni.

Il dipartimento di meteorologia della provincia del Dak Lak esclude, al momento, la possibilità di piogge e prevede ulteriori condizioni di tempo secco e soleggiato per i prossimi giorni.

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