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martedì 05 Novembre 2024
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Vicenza scoppia il caso: il Caffé degli artisti di corso Palladio dice basta agli abusivi dei fiori

. Al bar spunta il divieto «No alla vendita di rose». Il gestore: «In passato ogni sera ne passavano almeno una ventina e spesso se non riescono a vendere si trasformano in accattoni»

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VICENZA – Ha preferito essere chiaro. Ha scritto il messaggio in quattro lingue, per essere certo che lo capissero tutti: vietato commercializzare fiori e oggetti. Il disegno, in realtà, parla da solo: un cerchio rosso attorno a un mazzo di rose con una bella croce sopra. Troppi ambulanti, troppa insistenza, troppi clienti che si lamentano. Il titolare del Caffè degli artisti di corso Palladio ha deciso di correre ai ripari e di tenere alla larga i venditori di rose.

Ragazzi soprattutto indiani e bengalesi che dicono di acquistare, ciascuno per conto proprio, le rose al mercato ogni mattina per poi rivenderle nei bar e nei ristoranti della città. Sono almeno una ventina, quelli “fissi” a Vicenza e tutto fa pensare che il loro non sia un commercio autonomo ma che nasconda invece un vero e proprio sfruttamento, simile a quello che era stato scoperto mesi fa dalla guardia di finanza nel campo della distribuzione dei volantini. Giovani spesso clandestini, costretti a vivere tutti insieme, poi accompagnati in città con le loro scorte di fiori e l’obbligo di tornare a casa solo dopo averle vendute tutte, se vogliono mangiare e continuare ad avere un tetto sulla testa per la notte. Ed è forse per questo che quando si sentono dire un «no, grazie» chiedono almeno qualche spicciolo. Hanno paura di non riuscire a tornare con abbastanza soldi.

venditore fiori abusivo

«Il problema è questo – ha spiegato il titolare del caffé degli Artisti, Marino Pilan – il confine tra il venditore abusivo e il mendicante è spesso molto sottile. Prima che mettessi il cartello alla porta c’era un via vai continuo, soprattutto di sera. Erano veramente in troppi». «Adesso non posso dire che il problema sia completamente risolto ma qualche effetto il divieto lo sta avendo – ha continuato -. C’è sempre qualcuno che fa finta di ignorarlo, soprattutto quando io non ci sono e vede che al banco stanno lavorando delle ragazze. Pensa forse di poter approfittare di loro e tenta di entrare. Non dimentichiamo comunque che in passato alcuni commercianti sono stati multati, in altre città, perché avevano permesso che, nei loro locali, venisse esercitato il commercio abusivo. Io non voglio trovarmi nella stessa situazione e correre il rischio di pagare multe salate. Inoltre ritengo che comprando una rosa o dando qualche spicciolo di elemosina non si dia una mano alle persone. Solo offrendo un lavoro vero le si può aiutare».

«Un fenomeno da non sottovalutare»

«Il fenomeno, soprattutto dell’accattonaggio – ha concluso Pilan – non va sottovalutato. in centro ce ne sono troppi: nei parcheggi, agli angoli delle strade. Senza misure adeguate il problema rischia di diventare ancora più serio».

 

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