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Vi raccontiamo come è fatto il nuovo Museo del Caffè di Buon Ma Thuot

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BUON MA THUOT, Vietnam — Ha aperto i battenti lo scorso 25 novembre in Vietnam il World Coffee Museum, un museo internazionale dedicato all’universo del caffè fortemente voluto dal colosso Trung Nguyen, massimo marchio vientamita del caffè, presente con i propri prodotti in oltre 60 paesi e con in patria una catena di caffetterie che supera il migliaio di locali. Buon Ma Thuot, capoluogo del Dak Lak, è considerata la capitale vietnamita del caffè.

Il progetto è di respiro internazionale, non soltanto per l’investimento ingente compiuto da Trung Nguyen Investment Group, ma anche per l’ampia metratura del museo. Come spiega Jessica Pini in un contributo per il sito Mark Up, esso si estende infatti su quasi 10mila metri quadrati, comprensivi di 3 gallerie espositive, un bistrot, presto una biblioteca e un’area multifunzionale per eventi e attività didattiche.

“Narra la storia del caffè come intimamente connessa alla storia dello sviluppo umano” spiega la curatrice Chiara Isadora Artico fondatrice dell’agenzia italiana specializzata nella valorizzazione dell’heritage d’impresa Current Corporate.

“Non a caso il territorio del Dak Lak ripone nel World Coffee Museum le sue migliori speranze per il miglioramento dell’indice di sviluppo dell’area”.

Specchio della ritualità del caffè

Intorno alla coltivazione del caffè, alla sua raccolta, preservazione e manifattura, si sono evoluti modi di vivere nomadici e stabili, tecnologie. E anche ritualità che fanno parte del luogo ma che accomunano civiltà diverse. Il museo di Trung Nguyen ha dedicato le sue tre gallerie museali alla cultura del caffè.

A differenza di molti altri musei corporate che spesso cadono nella “trappola del celebrativo”, non c’è spazio per l’esaltazione dell’azienda che lo produce. Il linguaggio dell’esposizione è raffinato e spirituale.

Utensili per la lavorazione della terra

L’azienda ha fatto la scelta di non collocare all’interno del museo i suoi prodotti o cimeli, mettendo invece sotto ai riflettori manufatti e testimonianze che ne investigano il profondo valore etnico, estetico e rituale.

Importanti testimonianze storiche

Tra i pezzi forti dell’esposizione, un reperto archeologico di 10 metri; una barca, che le popolazioni coltivatrici degli altipiani vietnamiti un tempo utilizzavano per migrare, caricandovi all’interno ogni possedimento. Ancora, una preziosa collezione di metalli ottomani per il rito del caffè, statue lignee dall’Etiopia e le possenti macine Europee del secolo scorso”.

Il museo presenta stimolazioni di tipo diverso: dal sonoro (i suoni degli antichi tamburi in pelle che ha scandito per secoli la vita delle popolazioni vietnamite), all’olfattivo, fino al tattile.

E ancora, il suolo vulcanico, le macchine per la preparazione, i manufatti in metalli pregiati che gli ottomani usano per servire il caffè.

Sino ad arrivare alle raffinate ritualità zen, che ne fanno del rito del caffè un momento contemplativo.

Jessika Pini

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