MILANO – La vicenda della Saga Coffee di Gaggio Montano, l’azienda specializzata nella produzione e vendita di macchine professionali per l’espresso sembra avviata ad una soluzione adatta ad andare alle esigenze di tutte le parti in causa. I lavoratori, la proprietà Evoca e le due aziende che subentreranno nella gestione dello stabilimento sulla collina bolognese.
Una vertenza lunga che però, al contrario di molte altre, avrà una soluzione positiva grazie anche all’impegno profuso da tutti i protagonisti. Sull’argomento riprendiamo un articolo di Alessandra Testa apparso nell’inserto Emilia Romagna del Corriere della Sera.
GAGGIO MONTANO (Bologna) – L’impegno di Evoca Group c’è. La proprietà uscente della Saga Coffee, che il 4 novembre scorso aveva annunciato la chiusura dello stabilimento di Gaggio Montano e il trasferimento della produzione di macchine professionali per il caffè fra Valbrembo, Spagna e Romania, farà la propria parte.
Il piano
Innanzitutto, per sostenere il progetto di re-industrializzazione della fabbrica presentato dai futuri acquirenti; il presidente della brianzola Tecnostamp-Triulzi Alessandro Triulzi e il patron della bergamasca Minifaber Raffaello Melocchi. Poi, per tutelare i lavoratori da esso esclusi: il piano industriale, infatti, non prevede il riassorbimento di tutto il personale, composto all’80% da donne, ma solo di 150 dipendenti su un totale di 200 da qui ai prossimi tre anni; con deadline al 2026.
Come preteso dai sindacati e dalle istituzioni durante i tavoli di salvaguardia svoltisi in Regione, il primo passo è stato compiuto ieri mattina nella sede di Confindustria Emilia: «Il management della multinazionale bergamasca ci ha confermato — informa il segretario generale della Fim-Cisl area metropolitana di Bologna, Massimo Mazzeo — l’intenzione di prorogare per un altro mese il regime di cassa integrazione ordinaria in essere da novembre.
La nuova scadenza, al 28 del mese prossimo, ci permetterà di proseguire la trattativa, che dovrebbe portare alla firma di un accordo quadro entro la seconda metà di febbraio, con maggiore serenità» e di consentire ad alcuni dei dipendenti di dare il proprio contributo per le attività di inventario necessarie al passaggio di consegne.
Nessuna azione unilaterale
Il gruppo Evoca ha inoltre assicurato che non procederà ad alcuna azione unilaterale e sarà soggetto attivo nella costruzione di un piano sociale, che — insistono Fim-Cisl e Fiom-Cgil — deve prevedere garanzie per tutti gli addetti coinvolti.
All’orizzonte potrebbero esserci incentivi volontari all’esodo, trasferimenti, anch’essi volontari e riguardanti soprattutto figure impiegatizie o commerciali, a Valbrembo e l’apertura di una eventuale cassa integrazione per cessazione.
«Abbiamo iniziato a discutere con Evoca Group — precisa il funzionario Fiom, Primo Sacchetti — delle soluzioni per tutelare anche chi non farà parte del progetto: quei circa 50 esclusi. Per noi resta un punto fermo: dobbiamo pensare a tutti i 200 dipendenti e i due percorsi, con Evoca e con Triulzi-Melocchi, devono procedere parallelamente».
Prima del tavolo con le parti in Regione — per il quale la prima data utile potrebbe essere lunedì 16 febbraio — sono due gli obiettivi che il sindacato vuole centrare: avere un confronto preliminare con i futuri proprietari in cui definire il cronoprogramma di riconversione degli impianti, della formazione e del progressivo inserimento dei dipendenti e, subito dopo, un nuovo incontro con Evoca (e ci sarebbe già la data del 28 gennaio) per adeguare ai tempi della re-industrializzazione a quelli della salvaguardia delle famiglie di chi non farà parte della nuova avventura.
La newco che nascerà (quote di maggioranza a Tecnostamp Triulzi, minoranza a Minifaber) recupererà materie plastiche e realizzerà un ampio ventaglio di lavorazioni: dalle lamiere agli stampi fino ai contatori in collaborazione con Enel.
Il presidio per Saga Coffee
Nel frattempo, l’assemblea delle operaie ha deciso che il presidio davanti ai cancelli prosegue; giorno e notte. Ultima pedina fondamentale: il ruolo che svolgeranno la Regione e, se entrerà nel capitale sociale, l’agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa di proprietà del ministero dell’Economia Invitalia. «Il piano industriale è molto serio — aveva ricordato l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla dopo il summit di mercoledì scorso —: 25 milioni di euro di investimenti in ricerca sui prodotti, prototipazione e macchinari di processo. La Regione conferma di voler sostenere questa operazione di re-industrializzazione e sviluppo con tutti gli strumenti a propria disposizione: dalla legge sull’attrattività (la legge regionale 14; n.d.r.) ai fondi europei per la formazione e per progetti di innovazione e ricerca».