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sabato 02 Novembre 2024
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Venezia, il Caffè Florian di Venezia ospiterà l’opera “le spose del male” di Roberto Kunsterle

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VENEZIA – Il Caffè Florian, il più antico, assieme al Procope di Parigi, tra i locali storici più prestigiosi al mondo, fu aperto il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi sotto le Procuratie Nuove in piazza san Marco, col nome di “Alla Venezia Trionfante”.

Una sera del 1893 il poeta e commediografo Riccardo Selvatico, allora sindaco di Venezia, seduto ai tavolini della sala del Senato assieme ad un gruppo di amici, intellettuali ed artisti, ebbe l’idea di dar vita ad una esposizione d’arte, che successivamente (la prima edizione risale al 1895) avrebbe preso il nome di Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea, oggi conosciuta come la Biennale di Venezia.

Dal 1988, per sottolineare questo avvenimento storico, in concomitanza con la Biennale Arti Visive e la Biennale Architettura viene invitato un artista a reinterpretare una o più sale del Caffè con un’installazione che poi entra a far parte della Collezione d’Arte Contemporanea del Florian.

L’artista prescelto per trasformare temporaneamente con un’opera “site specific” la sala deputata (la cinese) è Roberto Kunsterle, nato a Gorizia nel 1948, dove vive e lavora.

La sua installazione, intitolata “le spose del mare” è, come scrive il direttore artistico Stefano Stipitivich nel catalogo, una sorta di viaggio onirico nella storia della Serenissima.

Per secoli, alla festa della Sensa, l’Ascensione, il doge saliva sul mitico Bucintoro, la “nave de oro” e, davanti alla chiesa di San Nicolò del Lido, protettore dei naviganti, sposava il mare, gettandovi un anello d’oro e dicendo: “Ti sposiamo, mare. In segno di vero e perpetuo dominio”.

Le spose del mare sono due giovani modelle fotografate da Kunsterle, nell’immagine centrale collocate l’una accanto all’altra di profilo, senz’abiti, con in testa un collage di conchiglie in parte dorate. Sembrano dire al visitatore, a bassa voce come mitiche sirene, di non correre più, di sedersi accanto a loro sui divani di velluto rosso, dove si sono seduti Lord Byron e Marcel Proust e di lasciare, almeno per oggi, che la vita scorra senza fretta.

Roberto Kunsterle è attivo dagli anni Settanta nel campo delle arti visive. Si dedica alla pittura e alle installazioni fino ad incontrare la fotografia, eletta strumento ideale della propria ricerca espositiva e finalizzata a mantenere viva la tensione tra finzione e realtà. I temi essenziali della sua poetica sono la continuità tra il mondo umano, animale e vegetale, il ruolo mediatore del corpo, la negazione dello sguardo, l’esercizio costante dell’ironia, dell’ambiguità e dello spaesamento per dare forma a un’idea e stimolare l’osservatore ad interrogarsi.

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