VENEZIA – La sorpresa nel tutto già pre-annunciato del Fondaco T è stato quell’angolo di caffetteria che in venti metri quadri assembla velluti, ottoni e dorature, marmi policromi. Impossibile non notarlo, impossibile non chiedere di fermarsi a prendere un caffè e implacabile la risposta: niente caffè, al momento i dolci sono lì solo per esposizione e tali resteranno fino all’apertura ufficiale prevista per metà ottobre.
È il corner caffetteria firmato dai fratelli Raffaele e Massimiliano Alajmo nella proposta food e da Philippe Starck negli arredi.
Si chiama Amo (crasi che sintetizza il sentimento per Venezia dei fratelli e l’anagramma del loro nome nella pronuncia dei clienti stranieri) e sarà il luogo che esprimerà l’essenza della città nell’estetica e nel palato anche oltre l’orario di chiusura del Fondaco.
Oltre venti metri di caffetteria, espandendosi nelle ampiezze e nelle altezze della corte interna con divani, sedute e materiali che ricordano Palazzina Grassi per densità di colori e materiali e drammaticità di pregio del decoro, unico lavoro pubblico mai firmato a Venezia da Starck.
Che è designer che da trenta anni qui ha preso casa ma in città dosa la sua presenza professionale. I fratelli Alajmo del Caffè Quadri a Venezia e dello stellato Le Calandre a Rubano sono suoi amici e gli hanno chiesto di ideare il concetto della caffetteria di Fondaco T.
«Ha disegnato il nostro Caffé Stern a Parigi abbiamo lavorato benissimo insieme; lo abbiamo tentato di nuovo parlandogli del Fondaco e lui subito ha cominciato a disegnare la sua idea, davanti ai nostri occhi», sorride Raffaele.
Il prestigio di Venezia negli interni della caffetteria
Vetri di Murano, divani in pelle pregiata che riprendono colori, forme e anche stampi grafici esclusivi delle gondole. «L’idea che ha espresso è: in pochi metri e pochi tavoli, devo far capire che si è a Venezia rendendone il prestigio », spiega Raffaele, rimandando il core sul food all’inaugurazione ufficiale di ottobre.