lunedì 23 Dicembre 2024
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Venezia: San Marco riapre lo storico Caffè Aurora, il primo dopo la grande serrata

A Venezia, «osservata speciale» è l’area della tradizionale movida: tutta la Fondamenta, dalla Misericordia agli Ormesini, quindi tutti i campi a ridosso di Rialto e Santa Margherita. Nota: domani a Cannaregio, Ormesini e Misericordia il filtraggio scatta già al mattino, dalle 11. La parentesi veneziana si chiude con una lieta notizia: in piazza San Marco ha riaperto le porte il Caffè Aurora, il primo dopo la serrata in serie a partire da ottobre

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VENEZIA – In un lunedì dove molte regioni del nord Italia diventano arancioni, in Veneto il colore resta giallo e così i gestori dei locali possono tirar un sospiro di sollievo (per ora). In piazza San Marco, riapre finalmente il Caffè Aurora, un altro locale storico che ha superato la prova del tempo. Leggiamo i dettagli dal sito corrieredelveneto.corriere.it dall’articolo di Renato Piva.

Veneto resta in zona gialla, nonostante la «chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza nazionale» della pandemia

Indicata venerdì dall’Istituto superiore di sanità, con il totale dei positivi in Italia tornato sopra quota 400 mila, come prima del 15 febbraio. Al sollievo dei gestori di bar, pub e ristoranti per la conferma dell’apertura, pur parziale, si contrappone l’ansia dei sindaci. Le amministrazioni sono chiamate a contrastare i tenuti assembramenti e i molti segnali di disagio crescente nei ragazzi: nelle piazze delle città, come e più che nella scorsa estate, si sono riviste risse violente tra giovani e giovanissimi.

Stop in «Prato»

A Padova, il doppio obiettivo di controlli e divieti è evidente. Oggi e domani, l’accesso all’Isola Memmia sarà vietato. Dalla 14 alle 22, così ha deciso il sindaco, Sergio Giordani, il cuore di Prato della Valle resterà chiuso. La decisione, sollecitata anche dai venditori ambulanti della prima piazza padovana e caldeggiata dal questore, è arrivata al termine del Comitato provinciale per la sicurezza di giovedì scorso. Sullo sfondo, per quanto Giordani parli di ordinanza per «motivi sanitari», le violente scazzottate della scorsa settimana (ma il fenomeno ha radici lontane), col «Prato» trasformato in ring per bande di giovani. «Confermate – ancora il sindaco – le misure di senso unico pedonale proposte negli ultimi due weekend, dato che ci hanno permesso di contenere situazioni di particolare criticità lungo l’asse di via Roma».

Nel Veneto della Laguna

A Venezia e Mestre, come nuova ordinanza vuole, già da venerdì la polizia locale ha avuto facoltà di regolare l’accesso ad alcune zone «critiche». A Mestre, il filtraggio anti assembramento, previsto dalle 15 alle 19, riguarda il centro cittadino, Riviera XX Settembre, piazzale Donatori di Sangue e Calle Legrenzi. A Venezia, «osservata speciale» è l’area della tradizionale movida: tutta la Fondamenta, dalla Misericordia agli Ormesini, quindi tutti i campi a ridosso di Rialto e Santa Margherita. Nota: domani a Cannaregio, Ormesini e Misericordia il filtraggio scatta già al mattino, dalle 11. La parentesi veneziana si chiude con una lieta notizia: in piazza San Marco ha riaperto le porte il Caffè Aurora, il primo dopo la serrata in serie a partire da ottobre.

Le altre

A Vicenza il ritorno all’attività dei locali non ha dato, fin qui, particolari problemi. Sarà un comunque un fine settimana di controlli rafforzati in centro, come i precedenti. Capitolo ragazzi: da venerdì pomeriggio sono partiti i controlli interforze dedicati ai più giovani in tutte le piazze del centro; nella sorveglianza su giardino Salvi collabora anche l’esercito. Sempre per prevenire fenomeni di aggressività giovanile, da venerdì sui bus delle rotte principali viaggiano anche vigilantes.

In Veneto, Treviso mantiene la risposta al rischio assembramenti coniata con l’ordinanza di Natale e riattivata con rientro in zona gialla: cinque check-point ai «varchi» delle principali zone del centro storico; in caso di ammassamenti, rilevati da telecamere, scatta il contingentamento degli ingressi.

Sabato scorso, peraltro, la polizia municipale aveva predisposto controlli mirati nei bar e nei market di zona Borsa. I vigili avevano il compito di evitare che i ragazzi, fatta scorta di birra e alcolici, facessero gruppo anche dopo la chiusura dei locali: a chi comprava alcol è stata chiesta la carta d’identità.

Niente bevande sul suolo pubblico, quindi fuori da bar e plateatici, dalle 15 alle 22. Il sindaco di Verona ha ribadito, per oggi e domani, il provvedimento adottato la scorsa settimana: in città non si potrà bere in piedi per le strade, come nei giardini e nelle piazze. La Municipale, pur impegnata dal disinnesco di una bomba trovata nel cantiere del filobus, non lontano dalla stazione dei treni, è pronta a far scattare il senso obbligato per i pedoni. Il provvedimento, adottato a Natale 2019, l’ultimo dell’era pre Covid, per evitare la morsa dei turisti sul centro storico, sì è rivelato strumento utile anche contro gli assembramenti: lungo le vie Mazzini e Cappello, in caso di necessità, si camminerà in un’unica direzione.

La montagna veronese in Veneto

Città ma anche provincia, qui. I sindaci di Erbezzo, Bosco Chiesanuova e Roverè Veronese, nel caso si ripresentasse il traffico dello scorso fine settimana, potranno disporre la chiusura delle vie d’accesso alla montagna veronese. Le Provinciali 6 e 13, quindi le strade per Passo Fittanze e Malga Lessinia sono quelle che potrebbero essere interessate dai provvedimenti.

Per raccontare la dimensione del fenomeno manifestatosi da queste parti giusto una settimana fa, basti dire questo: i sindaci Lucio Campedelli, per Erbezzo, Claudio Melotti, di Bosco, e Alessandra Ravelli, per Roverè, venerdì hanno invitato i turisti a parcheggiare con ordine e a non occupare la sede stradale con le auto in sosta. Divieto di consumazione, dalle 15 in poi, fuori e dentro i locali: i limiti decisi a suo tempo dal presidente del Veneto, Luca Zaia, anche per questa settimana non avranno «alleati locali» a Belluno. Identica scelta ha fatto Rovigo.

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