Le frontiere dell’innovazione scommettono sui pagamenti in mobilità: una formula che spopola già in Giappone ma negli Stati Uniti e in Europa Italia compresa ha ancora percentuali a una cifra sola
MILANO – A preparare e zuccherare il caffè ci penserà la Nuvola. Per pagare il conto basterà passare sui sensori della macchina automatica lo smartphone o pronunciare un comando vocale ai propri occhiali e orologi “intelligenti”. La sfida per le aziende manifatturiere e di software è aperta.
Vincerà chi punterà sulle tecnologie più convincenti. Il mercato ancora è tutto da fare, almeno nel mondo occidentale. Perché se in Giappone quasi il 90% delle macchine già consente il pagamento in mobilità, in paesi avanzati come gli Stati Uniti, e così la stessa Europa, la percentuale arriva a mala pena al 5%.
Intel, la multinazionale dei semiconduttori, ha lanciato un concorso “Intel intelligent vending competition” per selezionare e premiare le migliori idee per il futuro dell’innovazione mobile del vending. E si capisce bene il perché. Secondo gli analisti di Frost&Sullivan, nei prossimi 5 anni, le macchine automatiche intelligenti cresceranno a un tasso del 45%.
Dal mondo Sap Hana è arrivata una soluzione che, utilizzando il cloud computing, consente alla macchina di riconoscere le preferenze del consumatore e quindi di proporre prodotti in base ai suoi gusti. La francese Ingenico già produce smart vending machine, mentre start up americani e canadesi stanno lanciando sul mercato, come è il caso di LikeUS Networl, soluzioni pos embedded con tanto di app per consentire i pagamenti mobili nella distribuzione automatica, mentre
la società di Como Paytec presenta la soluzione di mobile wallet “Plug&Fun”. Secondo gli analisti di Frost&Sullivan, nei prossimi 5 anni, le macchine automatiche intelligenti cresceranno a un tasso del 45%.