BRESCIA – Dopo l’importante svolta societaria dell’anno scorso, con la trasformazione in S.p.A., la bresciana Ovdamatic, ha nel suo futuro il segmento caffè e bevande in ottica 4.0. Puntando cioè su moderni distributori automatici “smart”, intelligenti e iperconnessi. Un percorso delineato sin dal 2017, quando l’azienda di Sant’Eufemia – presente nelle province di Brescia, Cremona, Bergamo e Mantova – ha raccolto la sfida della rivoluzione 4.0.
Programmando nel biennio successivo una serie di importanti progetti. A cominciare dai distributori touch screen, partiti già dal 2017.
Per proseguire con il progetto “Ovda Vending App”, per l’utilizzo di un’App come sistema di pagamento e strumento di dialogo con il consumatore. E con “Tecnologia Caffè Sottovuoto”: distributori dotati di una nuova tecnologia per la conservazione del caffè in contenitori sottovuoto, con evidente vantaggi per la qualità.
Importante anche l’investimento, che ha visto la società riconducibile alla famiglia Turotti mettere sul piatto 1,8 milioni di euro solo nello scorso esercizio. Un investimento che però – si legge nella relazione di gestione allegata al bilancio – «porterà al miglioramento dell’offerta sia in termini di qualità che di posizionamento di prezzo finale».
Un 2018 positivo
Il bilancio economico al 31 dicembre 2018, anno in cui l’azienda si è trasformata da S.r.l. in S.p.A., vede infatti l’azienda (94 dipendenti a oggi) chiudere con un volume dei ricavi delle vendite e delle prestazioni che segna un incremento del 4,4% sul 2017 (18,083 mln di euro contro i 17,315 dell’anno prima). E un utile di 2,018 milioni di euro, in linea con il 2017 e pari al 11,2% dei ricavi.
Il margine operativo lordo (Ebitda) della gestione caratteristica è di 4,495 mln di euro; pari al 24,9% dei ricavi (25% nel precedente esercizio), con gli ammortamenti, le svalutazioni e gli accantonamenti calcolati in complessivi 1,557 mln (+ 2,7% rispetto al precedente esercizio); con una incidenza del 8,6% sui ricavi (8,8% nel 2017). A quota 1,8 milioni di euro gli investimenti, di cui 1,4 proprio in distributori smart.
Unica incognita: la direttiva europea che mette al bando la plastica monouso a partire dal 2021, che pesa come una scure sul futuro del comparto.