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Nel 2012 boom dei distributori automatici: erogati prodotti per 6 miliardi: l’espresso ne vale 4,5

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MILANO – La crisi occupazionale degli ultimi anni e una minore propensione agli acquisti nei consumi fuori casa solo in parte hanno toccato il vending, ovvero il settore dei distributori automatici. Anzi, tra il 2009 e il 2012, secondo uno studio di Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica) condotto da Demoskopea, gli italiani che scelgono i distributori automatici sono aumentati di circa 1 milione, raggiungendo la soglia di 23 milioni di utilizzatori, di cui oltre 10 milioni abituali.

Secondo uno studio di settore di Confida curato da Accenture, emerge che il parco macchine installato nel 2012 è di circa 2.400.000 distributori automatici di cui oltre 1.600.000 riguarda le piccole macchine per ufficio funzionanti a capsule e cialde, mentre la restante parte è riferita ai grandi distributori automatici di bevande calde, fredde e prodotti solidi preconfezionati.

Oltre 6 miliardi i prodotti erogati in un anno, ma due da soli coprono oltre l’80% delle erogazioni: il caffè espresso (circa 4,5 miliardi) e l’acqua (circa 700 milioni di bottiglie da 0,5 litri). Centinaia le referenze di bevande, succhi e snack offerti dal settore, nella quasi totalità prodotti di marca o di tradizione del territorio, che però coprono meno del 20% del fatturato. Un servizio quindi che nonostante la grande leva dei due prodotti trainanti, investe in assortimento e logistica per offrire la più completa pausa agli utenti.

Nonostante la predominanza dei consumi nei luoghi di lavoro, in netta crescita l’offerta nei luoghi commerciali (centri commerciali e negozi), nei luoghi di attesa e in quelli di svago. Sempre più per ragioni di scelta e non più per necessità. Tra tutte, dominante la «voglia di un caffè» (nel 48% dei casi la motivazione che spinge al consumo al distributore automatico) seguita, a grande distanza, dalla «voglia di saziare velocemente fame e sete» (23%).

Un’offerta sempre più di qualità ha determinato uno spostamento dei prezzi al consumo, nell’ultimo anno, che ha consentito al comparto delle imprese di gestione di distributori automatici di chiudere con un calo di fatturato pari allo 0,78% a fronte di una diminuzione delle consumazioni che è risultata del -2,74%.

«Il 2012 si chiude in sostanziale tenuta – dichiara Lucio Pinetti, Presidente di Confida – anche se il quadro è complesso da definire. Da un lato l’aumento di consumatori che sempre di più scelgono la distribuzione automatica per le proprie esigenze di consumo, dall’altro la crisi occupazionale, che sottrae utenza dai luoghi tradizionali dove opera il vending. Da un lato la trasmigrazione dei consumi verso il nostro canale per effetto di un favorevole equilibrio qualità/prezzo, dall’altro la crisi degli acquisti che diminuisce la capacità di spesa. Certo è – continua Pinetti – che i numeri del vending chiaramente esprimono il positivo ruolo del nostro comparto, specialmente in questi anni difficili”.

“Vale la pena ricordare – ha proseguito Pinetti – che nonostante i pesanti aumenti dei costi che negli ultimi anni hanno subito le nostre imprese, i prezzi al consumo di poco si sono spostati dai tempi in cui il caffè alla macchinetta si pagava in lire. Difficile il momento per il comparto manufatturiero della filiera, in particolare per i produttori di distributori automatici, sistemi di pagamento e accessori, che invece non riescono a uscire dalla stagnazione.

E’ necessaria una decisa ripresa degli investimenti, anche nel nostro settore. I distributori automatici di oggi sono uno straordinario esempio di tecnologia e innovazione. In grado di operare con i più moderni sistemi di pagamento ed offrire una moltitudine di servizi complementari. Prima tra tutte la connessione alla rete. Ma la qualità ha un prezzo – conclude Pinetti -. E non possiamo pretendere che al regime di prezzi attuale si possano coprire i maggiori costi dell’integrazione e dell’innovazione.»

La crisi occupazionale degli ultimi anni e una minore propensione agli acquisti nei consumi fuori casa solo in parte hanno toccato il vending. Anzi, tra il 2009 e il 2012, secondo uno studio di Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica) condotto da Demoskopea, gli italiani che scelgono i distributori automatici sono aumentati di circa 1 milione; raggiungendo la soglia di 23 milioni di utilizzatori, di cui oltre 10 milioni abituali.

Secondo un altro studio di settore di Confida curato da Accenture, emerge che il parco macchine installato nel 2012 è di circa 2.400.000 distributori automatici. Di cui oltre 1.600.000 riguarda le piccole macchine per ufficio funzionanti a capsule e cialde; mentre la restante parte è riferita ai grandi distributori automatici di bevande calde, fredde e prodotti solidi preconfezionati. Oltre 6 miliardi i prodotti erogati in un anno, ma due da soli coprono oltre l’80% delle erogazioni. Il caffè espresso (circa 4,5 miliardi) e l’acqua (circa 700 milioni di bottiglie da 0,5 litri).

Centinaia le referenze di bevande, succhi e snack offerti dal settore. Nella quasi totalità prodotti di marca o di tradizione del territorio, che però coprono meno del 20% del fatturato. Un servizio quindi che nonostante la grande leva dei due prodotti trainanti, investe in assortimento e logistica per offrire la più completa pausa agli utenti.

Secondo un’indagine di Confida attraverso la piattaforma «Leanus», si evidenzia una piena coerenza tra le rilevazioni delle ricerche di mercato e le dichiarazioni di fatturati e prezzi che emergono dai bilanci. Significativo il dato relativo all’incidenza delle imposte sui ricavi a carico delle imprese della distribuzione automatica. Nel 2011 in media il 2,2%, rispetto alla media delle imprese del commercio (1%) e alla media nazionale (1,6%).

Questi dati attestano l’efficacia per il comparto degli studi di settore fiscali. Che sono un prezioso orientamento per il corretto comportamento e un controllo mirato in materia tributaria. Sul piano della trasparenza fiscale è un dato oggettivo il debito strutturale dello Stato nei confronti del Settore della Distribuzione Automatica. Causato dall’attuale limite dei crediti Iva compensabili, ampiamente superati.

Si stima che ad oggi giacciano nelle casse dello Stato, in attesa di essere rimborsati alle imprese del Vending, circa 100 milioni di Euro. La cui indisponibilità per le imprese non incide solo nell’equilibrio tributario; ma ha ripercussioni dirette anche sulle dinamiche economiche delle aziende. Solo per fare due esempi: crisi di liquidità e rallentamento degli investimenti.

Un settore trasparente e con i conti in regola

«Un Settore trasparente e con i conti in regola – afferma Lucio Pinetti -. Che, non solo contribuisce più di molti altri comparti economici al pagamento delle imposte; ma che vede proprio lo Stato tra i suoi più grandi debitori».

Molte le aspettative rispetto all’evoluzione dei distributori automatici. I consumatori sono più attenti rispetto a ciò che acquistano e vogliono essere sempre più informati. In questa direzione si prevede un ampio spazio per i distributori di nuova generazione con display interattivi e touch screen. Nei quali poter indicare molte più informazioni rispetto a quelle oggi disponibili relativamente ai prodotti offerti; quali le caratteristiche nutrizionali (importanti per il 74,6% dei consumatori intervistati da Demoskopea). Ma anche la marca della miscela di caffè (81,1%) e modalità e tempistiche della manutenzione delle attrezzature. Come la data di inserimento del prodotto (84,2%).

Sicuro l’impiego dei distributori automatici come attività complementare nel mondo della distribuzione; organizzata e tradizionale. Di prodotti alimentari e non, dai distributori di creme solari e infradito in spiaggia a quelli di pesto alla genovese artigianale nei porticcioli liguri. E solo per fare degli esempi concreti e già presenti sul mercato.

«Il mondo delle idee appartiene al Vending. Se esiste un prodotto – conclude Lucio Pinetti – esiste sicuramente un distributore automatico per poterlo vendere».

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