mercoledì 25 Dicembre 2024
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Vending, all’università di Catania spuntano le accise sul caffè

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MILANO – Caffè più amaro per tutti gli studenti dell”Università di Catania. In seguito alla nuova proposta dello scorso senato accademico, le bevande dei distributori automatici subiranno un aumento di 5 e 10 centesimi. Sembrerebbe proprio una manovra in “stile Monti”: gli aumenti consistono infatti in vere e proprie accise sul caffè.

Sorseggiando un espresso, un cappuccino o un tè caldo ogni studente contribuirà a risanare i conti in rosso dell’ateneo catanese. Liveunict, in attesa di una comunicazione ufficiale del Rettore e dei Presidi di facoltà, ha chiesto spiegazioni alla sovraintendente dell’amministrazione finanziaria dell’università di Catania, la dott.ssa Alice Calamari.

Catania: la spiegazione dell’università

“Non siamo diventati pazzi. La decisione è stata presa in seguito a uno studio sul consumo da parte di caffè da parte di studenti, docenti e personale amministrativo. Si calcola che che ogni giorno nelle facoltà più grandi come Benedettini e Palazzo delle Scienze vengono erogati fino a 700 caffè al giorno.

Applicando una piccola accisa di 5 o 10 cent sarà possibile racimolare fino a 250.000 euro all’anno per ogni facoltà. Gli studenti con un piccolo sacrificio in questo modo potranno autofinanziare la segreterie e parte delle borse di studio”.

Resta il fatto che la decisione, per quanto giustificata, resti discutibile sul piano etico

In questo modo l’Università tratta i propri studenti come vere e proprie macchine “assetate” di caffè.

Rimane inoltre inspiegata la diversa ripartizione delle “accise”: lo stereotipo delle facoltà “ricche”(economia, giurisprudenza, medicina) dove si pagheranno 10 centesimi in più contro le più “povere” facoltà umanistiche è un insulto alla dignità intellettuale di ogni studente.

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