MILANO – Il secondo produttore al mondo di cacao è il Ghana, preceduta solo dalla Costa d’Avorio, e che tuttavia non ha saputo sino ad ora a trasformare in una ricchezza a sostegno dell’economia locale. Un gap che è stato colmato grazie agli investimenti dell’azienda italiana Venchi, che ha deciso di collaborare con la società del luogo Koa per e sfruttare la materia prima per creare dei gelati. Leggiamo i dettagli di questa operazione dall’articolo di Giuseppe de Santis su ilprimatonazionale.it.
Venchi fa evolvere il cacao del Ghana
Il Ghana, dopo la Costa d’Avorio, è il secondo esportatore mondiale di cacao. Il paradosso è che non è mai riuscito fino ad ora a trasformare questo elemento di base in prodotti a più alto valore aggiunto. Parliamo, segnatamente, di dolci. Un problema che, grazie alla lungimiranza di alcuni imprenditori locali, può adesso diventare opportunità di sviluppo. Anche grazie al decisivo contributo italiano.
Venchi, storica azienda alimentare del cuneese, ha infatti iniziato a collaborare con la società ghanese Koa per produrre gelati per la cui dolcificazione viene utilizzata la polpa di cacao essiccata. Parliamo di una lavorazione particolare, fino ad oggi non fattibile direttamente in loco a causa della mancanza di tecnologie e infrastrutture adatte.
Dalla polpa di cacao del Ghana un’ulteriore fonte di reddito per i piccoli coltivatori
I tecnici di Koa – che collabora già con altre realtà come il colosso svizzero Lindt & Sprüngli – hanno sviluppato un nuovo processo che rende la trasformazione possibile. A beneficiarne saranno soprattutto i piccoli coltivatori, i quali contribuiscono alla quasi totalità della produzione di cacao ma che, sino ad oggi, non potevano trovare uno sbocco di mercato per la polpa delle fave.
Con l’aiuto di Venchi, Koa inizierà così a commercializzare gelati e altri prodotti dolcificati con la polpa di cacao “made in Ghana” nella propria rete di negozi tra Italia, Gran Bretagna e Germania. La società di Accra ha però obiettivi più ampi. Entro il 2030 punta infatti ad allargare il numero di piccoli coltivatori con i quali collabora dagli attuali 1600 ad oltre 80mila. Garantendo così importanti benefici all’economia locale, dato che i produttori potranno in questo modo ottenere un reddito aggiuntivo. Diversificando così, inoltre, anche le proprie fonti di guadagno.