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giovedì 21 Novembre 2024
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Venchi apre l’azionariato ai manager: “Puntiamo ai 200 milioni per il 2024″

Daniele Ferrero, amministratore delegato di Venchi: “Vogliamo che questa azienda non sia solo espressione di una famiglia, ma anche di coloro che ne fanno parte quotidianamente offrendo il loro contributo come manager alla crescita di lungo periodo”.

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MILANO – Venchi annuncia la scelta di aprire il capitale dell’azienda dolciaria a 53 manager. La nuova governance dell’azienda punta ad allineare i valori di crescita sostenibile e dell’inclusività. Riportiamo qui la notizia di Luigi dell’Olio pubblicato sul quotidiano Repubblica.

La nuova governance di Venchi

CUNEO – “Vogliamo che questa azienda non sia solo espressione di una famiglia, ma anche di coloro che ne fanno parte quotidianamente offrendo il loro contributo come manager alla crescita di lungo periodo”. Daniele Ferrero, amministratore delegato di Venchi, annuncia così la scelta di aprire il capitale dell’azienda dolciaria a 53 manager.

“Questa emissione potrà essere sottoscritta solo dal management di Venchi che ha raggiunto una determinata anzianità in azienda, non si tratta quindi di un’operazione finanziaria”, aggiunge Ferrero. “Chi sceglierà di diventare socio si assumerà anche gli oneri del rischio imprenditoriale”. Una scelta insolita per l’imprenditoria del nostro Paese, che il numero uno dell’azienda spiega non solo con la volontà di allineare i risultati economici dell’azienda, ma anche di allineare i valori di crescita sostenibile e dell’inclusività. “A nostro avviso l’imprenditore non è solo chi investe del capitale, ma anche chi mette le proprie energie per il successo di un progetto”, aggiunge.

Venchi: azionariato articolato

Questa misura fa parte del piano di sviluppo interno dell’azienda secondo una filosofia che fa della governance un elemento caratterizzante e distintivo di gestione aziendale. L’idea è di aprire il capitale a chi porta valore oltre che risorse finanziarie, sia sull’interno che sull’esterno. Sull’interno con il coinvolgimento dei dipendenti che assicurano un impegno a lungo termine, sull’esterno con il continuo arricchimento di nuovi soci capaci di portare know how ed esperienze specifiche.

Già nei mesi scorsi vi era stato un allargamento dell’azionariato, con l’ingresso della famiglia Pao, attraverso la holding Nuo Capital, e degli eredi di Hermes con la holding Jakyval che sono entrati nel capitale di Venchi a supporto della forte espansione internazionale dell’azienda, e più recentemente è toccato alla famiglia saudita Olayan attraverso la società Dara Holdings per favorire la crescita in Medio Oriente.

Il piano di apertura del capitale ai manager dell’azienda, è quindi parte di una strategia più ampia condotta dai soci storici, vale a dire lo stesso Ferrero, Giovanni Battista Mantelli, Niccolò Cangioli e Pietro Boroli.

Numeri in crescita

Dopo aver chiuso il bilancio 2021 con un fatturato di 110 milioni di euro, l’azienda cuneese conta di arrivare a quota 140-150 milioni quest’anno – “Sempre che la pandemia non faccia nuovi scherzi”, precisa Ferrero – per arrivare a 200 milioni nel 2024. Quali le direttrici? “Puntiamo sull’accelerazione dell’espansione geografica già da tempo in corso, con nuovi punti vendita in giro per il mondo e un rinnovo continuo dei prodotti”, conclude.

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