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lunedì 18 Novembre 2024
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Veganismo e salutismo, così cambia la colazione degli italiani

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MILANO — Colazione all’italiana, nordica, all’inglese. E ancora: vegana, salutista, a base di prodotti “free from”. A casa o al bar. Quale sarà la migliore? Vi proponiamo questa analisi spassionata pubblicata su Libero Quotidiano a firma di Tommaso Farina.

Addio a biscotti e caffellate a casa, e a brioche e cappuccino al bar. Gli italiani hanno scoperto la colazione salutista, e sembrano ormai sulla via della conversione. O almeno, così paiono attestare i dati di vendita di alcuni prodotti alimentari oggi sulla cresta dell’ onda.

Ma sarà proprio così?

Il dato arriva dall’ Osservatorio Immagino Nielsen GS1, che ha analizzato le informazioni presenti sulle etichette di 54.300 prodotti alimentari di largo consumo posizionati nell’ area della prima colazione, e le ha incrociate con i dati delle vendite della grande distribuzione italiana.

Morale della favola?

Noi italiani cerchiamo sempre più prodotti senza le caratteristiche ormai demonizzate dai media: senza grassi, senza zuccheri. Per converso, sembra siano sempre più diffusi alimenti che dimostrino di contenere cose che “fanno bene”: fibre, avena, farro…

Non parliamo poi dell’ olio di palma, contenuto soprattutto in biscotti e dolcetti, al centro di una campagna infuocata ormai un paio d’ anni fa, e polarizzata tra chi lo rigettava in toto e chi (scienziati di fama) sostenevano che viceversa non fosse così cattivo come lo si dipingeva.

Senza olio di palma

Ebbene, pare che i prodotti “free from” (senza grassi etc.) abbiano registrato una crescita del 3,8% nel 2017 su tutto il panorama vendite, arrivando a costituire addirittura il 42,1% di tutto il consumo da prima colazione.

Cresciuti ancora di più quei prodotti che non sono senza zucchero, ma semplicemente biologici certificati: + 8,3%. Gli italiani dunque sembrano badare non solo alla salute, ma anche alla qualità complessiva della filiera produttiva.

Il maggiore incremento è registrato dalle cibarie garantite senza olio di palma: un bel + 13,1%. Si consuma anche una maggior quantità di zucchero di canna, mentre l’impiego di semi alla moda, come quelli di lino e di chia, si è rivelato stabile.

Progressi anche nell’ uso della farina di riso, il cui acquisto è sempre più propiziato dallo spinoso problema delle intolleranze al glutine.

Questo per quanto riguarda la colazione a casa. E quella al bar?

È vero, spesso la brioche del bar, immarcescibile totem del nostro inizio giornata, troppo spesso è deludente, scongelata e riscaldata, e magari preparata non col burro ma con la margarina, non per ragioni di veganismo ma, più prosaicamente, perché per l’ industria è più economica.

Fatto sta che proliferano locali trendy, dallo stile ammiccante, che propongono quinoa, yogurt variamente scremati, beveroni di frutta assolutamente ineccepibili per il salutista. Sovente, a prezzi non proprio amichevoli, come del resto non sono a buon mercato molti dei prodotti similari che si trovano in negozio o al supermercato.

Ma indaghiamo sui social

Su instagram c’ è l’ hashtag #colazioneitaliana: le foto delle colazioni, da sempre, sono le più gettonati dai frequentatori di questo social network di immagini. E che ci vediamo? Latte scremato?

No. Un numero esorbitante di soffici torte: alle prugne, al cioccolato, al cocco. Poi, cose non propriamente italianissime né dietetiche, ma ghiottissime, come i pancake americani.

Bacon e uova

Ma la parte del leone la fanno sempre loro: gli inossidabili brioche e cappuccino. Vediamo voluttuosi cappuccini di tutte le fogge, col cacao sopra a modellare cuoricini o figure artistiche di ogni genere.

Accanto, il croissant (anzi, il cornetto), semplice, con lo zucchero in granelli o ripieno di confettura o cioccolato. Per chi vuole strafare, il bombolone alla crema, una roba non esattamente minimalista.

La colazione italiana, nella storia, si distingue da quella inglese, americana o nordica per la sobrietà: niente uova, salsicce, bacon, toast dolci caramellati. Eppure, un cappuccino con una spuma ben montata e una bella, burrosa brioche non sono certamente un ripiego desolante.

Cosa dobbiamo concludere?

Forse gli italiani fanno sì più colazioni con crusche e latte di soia, ma si divertono davvero soltanto con quello che hanno sempre mangiato fin da bambini. «Certo, se dovessi fare tutti questi giorni una simile colazione, prenderei 5 chili alla settimana»: non mancano commenti di questo tipo. Eppure, se si sta in riga tutti i giorni, qualche bel cornetto al burro si può pure concederselo. È quasi liberatorio.
Lasciateci mangiare.

Tommaso Farina

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