domenica 22 Dicembre 2024
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Da Gianni Frasi a Nespresso al Dvca: i pareri negativi di Vancheri e Rossetto

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MILANO – Aperto il dibattito nato dall’intervista fatta al ristoratore Karol Teruzzi, del locale Dvca milanese, all’interno del quale non solo si usa Nespresso, ma lo si promuove senza alcun timore. Una posizione così netta non poteva far altro che fomentare l’eterna questione che divide un po’ il settore tra capsula sì o capsula no. Con l’aggiunta che qui si parla di alta ristorazione e caffè a fine pasto. Un altro tema su cui spesso e volentieri abbiamo fornito diversi punti di vista. Le risposte sono arrivate dalla Torrefazione Caffè Vancheri e da Giuseppe Rossetto.

Vancheri inizia a commentare

L’articolo sul ristorante ” Dvca ” è l’esempio di come noi italiani siamo masochisti . Nel rispetto del pensiero altrui , è sconvolgente sentir dichiarare da un ottimo ristoratore che le capsule equivalgono al classico caffè preparato con i grani e macinato fresco.

Capisco che le multinazionali con il potere del denaro sarebbero capaci di far dichiarare il falso anche al più intransigente dei puristi del caffè o operatore del settore ristoratativo.

Sarebbe stato più onesto dichiarare adottare questo sistema, è motivata da un’eventuale sponsorizzazione della multinazionale, che dà visibilità al locale

E non penso che la poca differenza di centesimi per tazza unitaria faccia la differenza. Non siamo nati ieri. Quindi, se il costo delle capsule è più alto, in cambio il ristoratore riceverà sponsorizzazioni per migliaia di euro.

Personalmente io mi sono sempre rifiutato di ordinare un caffè al ristorante se alla mia domanda “ come lo preparate ” mi viene risposto: capsula o cialda. Perché non voglio rovinarmi il palato dopo un ottimo pasto.

Continua Rossetto

Una sola precisazione, passare da un caffè fatto certamente da un “Talebano” a Nespresso non credo sia passare dalla macchina a carbone a quella tecnologica. Ma alla carrozza con le ruote di legno.

Se nell’alta ristorazione sono accettati i prodotti industriali, allora va bene tutto.

Mi spiace, ma il passaggio da un prodotto della terra, proposto da un artigiano che del marketing non si interessava per niente, alla capsula è un’azione che, chi è competente in materia può semplicemente affermare che non è confrontabile!

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