MILANO – Dopo l’annuncio di lunedì della Fipe-Confcommercio in Valle d’Aosta si apre tra le due associazioni del settore il dibattito sul prezzo della tazzina che era fermo da cinque anni. Come si ricorderà la Fipe-Confcommercio aveva annunciato un aumento del dieci per cento, con il nuovo listino a 1,10 euro al banco (a cui si sono prontamente adeguati alcuni associati), “inevitabili perché le miscele sono rincarate del 40%”.
Ieri ha risposto la Fiepet-Confesercenti: “Macché aumenti, diamo un segnale e lasciamolo a un euro”
“Pur consapevoli – scrive Fiepet-Confesercenti in una nota – del momento di difficoltà di tanti pubblici esercizi a seguito della forte contrazione dei consumi, degli aumenti delle materie prime, dei costi dell’energia e di una pressione fiscale tra le più alte al mondo, invitiamo i nostri associati a contenere il prezzo della tazzina del caffè”.
E ancora: “Il simbolico prezzo inalterato, sarebbe, per noi un piccolo segnale in controtendenza che potrebbe essere apprezzato dai consumatori. Detto questo, siamo nel libero mercato e ognuno decide ciò che crede meglio per la propria azienda”.