MILANO – La diffusione della cultura del caffè è un’attività che funziona solo nel momento in cui tutti gli attori della filiera fanno fronte comune. Dagli operatori dietro al banco, sino ai torrefattori, è necessario farsi portatori di qualità e trasmettere il messaggio direttamente al consumatore. Una delle storie che possono testimoniare la ricerca di un prodotto eccellente, è data dall’impresa di Valentin Hofer, fondatore della Torrefazione Caroma. E, soprattutto, ambasciatore del caffè. Riportiamo dal portale suedtirol.info, il racconto di un professionista che ha come missione il perseguimento di un ottimo risultato in tazza.
Valentin Hofer, come si prepara un buon caffè?
Inizia il viaggio del caffè. Destinazione Alto Adige, torrefazione Caroma nel piccolo paese di Fiè, ai piedi dello Sciliar.
Siamo ben lontani dai Paesi esotici in cui nasce il caffè, ma il solo varcare la porta di questa torrefazione, ti trasporta immediatamente in un viaggio di profumi assolutamente unico. I sensi si risvegliano, un intenso profumo ti avvolge, ti accoglie con i suoi aromi e ti fa sentire come a casa.
Il segreto del torrefattore
Preparare un caffè buono, ma davvero buono è un’arte. Facile, se sai come farlo. E non stiamo parlando di cialde, macchinette o della comune moka in alluminio. Per Valentin Hofer, proprietario della torrefazione Caroma e primo sommelier del caffè d’Italia, la produzione e la preparazione della bevanda più amata al mondo, richiedono attenzione e conoscenza.
La passione per il caffè di Valentin iniziò quasi per caso
Quell’estate in cui lavorò al bar del paese. Proprio lì vide una macchina per la tostatura del caffè e decise di saperne di più. Nonostante l’amore per la nera bevanda, in Italia non esisteva nessuno capace di aiutarlo. Andò addirittura a Vienna a frequentare un corso di formazione.
E così Valentin divenne il primo sommelier di caffè d’Italia
Iniziò a visitare le piantagioni, a tostare e soprattutto ad assaggiare. E nacque Caroma, la sua torrefazione. Ce lo svela il segreto del buon caffè? “Passione, preparazione, conoscenza. – spiega Valentin. – Nasce da un’attenta scelta, in tutti i passaggi, dalla selezione del caffè verde, alla torrefazione, fino alla preparazione”.
La tostatura decide tutto
Valentin Hofer pone particolare attenzione alla scelta delle materie prime, ma poi tutto si stabilisce con la torrefazione. Tostati con il metodo del tamburo rotante, i chicchi di caffè grezzo vengono torrefatti delicatamente a temperature tra i 180° e i 240° per 15-20 minuti. In una macchina che mantiene i chicchi in costante movimento.
“Un metodo molto diverso rispetto alla tostatura industriale, che espone i chicchi a temperature fino a 700° per pochi minuti” spiega Valentin. Guarda i chicchi assumere progressivamente una colorazione giallastra e poi pian piano sempre più marrone; i chicchi aumentano di volume, diventano grandi il doppio. E a questo punto ogni minuto può fare la differenza, il tostatore deve decidere quando terminare il processo e raffreddare i chicchi.
Conoscere per capire
Lo bevono tutti, in tutto il mondo, ha un girò d’affari secondo solo al petrolio. Caffè è sinonimo di accoglienza, sentirsi a casa; risveglio in famiglia, pausa coi colleghi. Insomma, ha un ruolo importante nella nostra quotidianità, ma lo conosciamo davvero poco.
Ed è proprio per questo che ci risulta difficile dargli il giusto valore. Ci sembra troppo pagare 1 euro e più per una tazzina al bar? Forse conoscendo meglio i segreti, le pratiche e i tempi di questa bevanda, il costo può addirittura sembrarci basso…
“Sappiamo tutto sulla produzione del vino, ne riconosciamo etichette e caratteristiche, ma non conosciamo nulla sul caffè. Un mondo altrettanto sfaccettato, vasto ed interessante – sostiene Valentin – E pensare che beviamo più caffè che bicchieri di vino in un giorno!”