Alberto Vacchi, amministratore delegato di Ima, non si rivela troppo fiducioso dalle manovre del Governo. Tuttavia, il presidente rivela ottimismo nei confronti dell’industria del Bel Paese. Nell’intervista condotta dal giornalista Marco Bettazzi, Vacchi rivela: ““L’industria italiana ha capacità, creatività e storia. Non dobbiamo contrastare la competizione globale, la dobbiamo stimolare”. Approfondiamo di seguito il suo pensiero riportando parte dell’intervista pubblicata sul quotidiano La Repubblica.
Sull’energia le misure bastano?
“Sono limitate, potranno alleviare famiglie e imprese per pochi mesi. Bisogna innanzitutto lavorare per la pace. La guerra ha innescato un blocco del gas dalla Russia, ma anche speculazioni su cui bisogna intervenire a livello europeo”.
È polemica sulla questione dei contanti e dei Pos: che ne pensa?
“Sarebbe stato bene consolidare quanto avevamo acquisito negli ultimi anni, dato che l’uso del Pos si sta diffondendo e i costi bancari da noi sono tra i più bassi”.
La flat tax è utile?
“Chi può contestare che la riduzione delle tasse sia auspicabile? L’importante è rispettare la progressività e non generare differenze tra lavoratori autonomi e dipendenti. Non so se la flat tax sia auspicabile, la priorità sarebbe quella di una vera lotta contro chi non paga le tasse, per primi gli evasori totali”.
Che anno è stato il 2022 per le aziende?
“Le imprese che operano con tecnologie avanzate e che esportano hanno tenuto e hanno avuto un rilancio dopo la fase acuta della pandemia. Ma molti sono stati talmente fiaccati dal Covid che non hanno avuto capacità di recupero, ci sono realtà che erano rimaste legate a logiche economiche e di mercato superate, ben prima del Covid”.
Per il 2023 più luci o più ombre?
“Come fare previsioni affidabili con una guerra in corso? Le previsioni sono pessimistiche, certo le debolezze si sommeranno. Ma credo che il 2023 sarà l’anno in cui la guerra dovrà cessare, non so come ma è fondamentale che si fermi. E quando terminerà vedremo dinamiche nuove, investimenti e logiche da piano Marshall diffuso”.
L’Europa e l’Italia secondo Vacchi
Alberto Vacchi si è poi esposto sul tema della perdita della competitività dell’industria europea a causa dei rincari. Nella sua intervista a La Repubblica, Vacchi afferma: “L’Europa ha costi elevati, non solo per energia e materie prime, c’è la burocrazia e, ovunque, imposte elevate. E dunque riduzione delle capacità d’investimento.”
C’è un lato positivo: l’ad rassicura affermando subito dopo che il vecchio Continente continuerà a resistere grazie alla qualità tecnologica che lo ha sempre contraddistinto.
Alberto Vacchi si spinge oltre affermando che il compito dell’Italia non è “contrastare la competizione globale, ma stimolarla facendo crescere la domanda di qualità”. Con questo, rivela l’amministratore delegato di Ima a Repubblica, “l’Italia salirà sul gradino dei vincitori”.
Per quanto riguarda i passi che l’Europa dovrebbe intraprendere, Vacchi non ha dubbi: “Fare politica ed essere stato federale.”
Vacchi si sposta infine sul Pnrr con una preghiera al governo: “Mi auguro che il nuovo governo non indugi, se perderemo questa opportunità avremo difficoltà crescenti che la nostra virtuosità privata non potrà compensare.”
L’ad di Ima, spiega ancora a Repubblica, si augura che la politica del Bel Paese si concentri sull’attuazione delle risorse e dei progetti approvati.