LONDRA – In concomitanza con l’avvicinarsi delle vacanze, l’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC) ha messo in evidenza una serie di studi scientifici che dimostrano come il caffè sia in grado di influire positivamente sulle prestazioni mentali e sulla capacità di attenzione di chi viaggia. L’articolo “Coffee & Travel; Fact or Fiction” sottolinea, infatti, che il consumo di caffè sarebbe associato a una maggiore vigilanza e concentrazione e che, se ben alternato con momenti di riposo, contrasterebbe la stanchezza causata dalla guida su lunghe distanze1,2 o su viaggi a lungo raggio3.
Un’alta percentuale degli incidenti stradali in Europa, quasi il 20%, sembra essere causata dai lunghi viaggi in macchina, che possono davvero stancare e affaticare i guidatori[1]. La stanchezza, infatti, riduce la lucidità, la concentrazione e altera la prontezza di riflessi. I conducenti affaticati hanno quindi meno probabilità di essere in grado di frenare o sterzare in tempo al fine di evitare o ridurre un possibile incidente4.
ISIC segnala che per combattere la stanchezza in viaggio:
- 1 tazzina di caffè (circa 80 mg di caffeina) migliorerebbe le prestazioni di guida e ridurrebbe la sonnolenza durante la guida in autostrada5
- nel 2015 uno studio ha rilevato che bere 1-2 tazzine di caffè (circa 150mg caffeina) ridurrebbe i livelli di sonnolenza fino al 25%6
- 1 tazza di caffè forte (circa 125 ml per circa 200 mg caffeina) equivarrebbe a un pisolino di 30 minuti consentendo di evitare la perdita del controllo nella guida notturna senza però alterare il sonno successivo 7
- il caffè migliorerebbe la lucidità e la concentrazione8 che sono essenziali per una guida sicura e aiuterebbe anche a gestire la sonnolenza di coloro che soffrono di jet lag
Rispettare le linee guida della sicurezza stradale rimane l’assoluta priorità, ma il caffè potrebbe essere un valido aiuto per contribuire a mantenersi vigili durante la guida su lunghe distanze. Inoltre, è emerso che aiuterebbe anche chi si trova a fare i conti con la sonnolenza dovuta al jet lag9 e a contrastare gli effetti della disidratazione durante i viaggi in aereo10.
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Per maggiori informazioni e per essere sempre aggiornato sulle ultime ricerche relative ai benefici del caffè sulla salute, visitare il sito www.coffeeandhealth.org.
Note bibliografiche
- Horne J.A., Reyner L.A. (1996) Counteracting driver sleepiness: effects of napping, caffeine, and placebo. Psychophysiology, 33(3):306-9.
- Reyner LA & Horne JA. (1997) Suppression of sleepiness in drivers: combination of caffeine with a short nap. Psychophysiology, 34:721
- Arendt J. (2009) Managing jet lag: Some of the problems and possible new solutions. Sleep Med Rev, 13:249-56.
- Portuguese Association of Sleep. www.apsono.com/documentos/4f26d30c7a720APC_BROCHURA_SONO_NET2.pdf
- Mets M.A.J. et al. (2012) Effects of coffee on driving performance during prolonged simulated highway driving Psychopharmacology (Berl), 222(2): 337–342
- Bosó P., Lijarcio J.I., López C., Puchades R., Escamilla C., Martí-Belda A., Llamazares J. and Montoro L. (2015) The coffee in the driving: analysis of its effects on tired or drowsy drivers http://alvolantegentedespierta.es/#homePage
- Philip P et al. (2006) The effects of coffee and napping on nighttime highway driving: a randomized trial. Ann Intern Med, 144:785
- EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies. (2011) Scientific Opinion on the substantiation of health claims related to caffeine and increased fat oxidation leading to a reduction in body fat mass (ID 735, 1484), increased energy expenditure leading to a reduction in body weight (ID 1487), increased alertness (ID 736, 1101, 1187, 1485, 1491, 2063, 2103) and increased attention (ID 736, 1485, 1491, 2375) pursuant to Article 13(1) of Regulation (EC) No 1924/20061. EFSA Journal, 9:2054
- Ker K. et al. (2010) Caffeine for the prevention of injuries and errors in shift workers. Cochrane Database Syst Rev, (5):CD008508.
- Killer S. C. et al. (2014) No Evidence of Dehydration with Moderate Daily Coffee Intake: A Counterbalanced Cross-Over Study in a Free-Living Population. PLoS ONE, 9(1): e84154.
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