giovedì 26 Dicembre 2024
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UV Studio ad Asola, arriva il concept che unisce gli occhiali da sole e gli specialty

Una dei due titolari: “Asola è soltanto l’inizio del nostro progetto, ed è la base su cui costruire il nostro concept per mostrarlo ad eventuali investitori."

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MILANO – La caffetteria italiana in evoluzione, sempre più frutto di ibridazione tra diversi settori: esistono i caffè letterari, le librerie dove si beve un buon caffè, ma le idee non finiscono mai soprattutto se si guarda all’estero. Ecco che ad Asola, nel mantovano, nasce UV Studio, un concept store che ha unito il bar e gli occhiali in un solo posto. Come? Ne parla direttamente una dei due titolari, Silvia Cauzzi.

UV Studio: punto zero di una serie di concept store da avviare nell’arco di 5 anni, obiettivo 5 locali.

UV Ultimate Vision è la compagnia dietro il progetto che ha inizio con il primo locale, UV Studio, risultato del background nel mondo degli occhiali del socio e compagno di Silvia, specializzato in ottica con alle spalle delle gestioni di attività simili in Inghilterra -.

In UV Studio, il coffee corner serve specialty coffee, con il supporto di Sanremo e di Pizzicoffee (Marco Pizzinato).

L’angolo caffè è completo anche dal gin bar: si apre dalle 8 e si chiude alle 18 nella settimana, mentre il venerdì si tira avanti sino alle 20 con il servizio degli aperitivi e del dopocena.

Inoltre UV Studio organizza serate acustiche con band emergenti e affermate del panorama musicale internazionale che sono legate e appassionate ai brand occhiali (Eye Respect e LDNR).

Per ora a muoversi dentro UV Studio sono solo in due, ma lo step successivo sarà trovare altro personale: una bella sfida. Novanta metri quadrati con un’aera dedicata agli uffici: la sala principale dello store è dedicata al caffè e all’area espositiva di occhiali, per 60 metri quadri.

Racconta Silvia: “Si entra e subito spicca l’angolo bar allestito con sedie e tavolini (due da due sedute, più uno più grande per ospitarne 8 e poi un esterno con altri 10 posti a sedere): già a prima vista si comprende che si può restare a consumare. Poi alle pareti sono esposti gli occhiali: bambini e adulti, lifestyle o sportivi dei nostri marchi di proprietà o in licenza. Non manca mai il link con il mondo della musica, che sia alle pareti, di sottofondo o suonata dal vivo.”

Ma come vi è venuto in mente di creare UV Studio?

“Entrambi abbiamo alle spalle molte esperienze maturate all’estero. Ho lavorato in Formula 1 per 7/8 anni e ho avuto l’occasione di girare per diversi locali. Jonathan Van Blerk arriva da un approccio internazionale in cui questi concept store stanno già prendendo piede e dove l’idea di avere un negozio che unisce diversi settori è diffusa.

Abbiamo pensato di portarla in Italia, sposando le nostre passioni: ho una laurea in scienze gastronomiche e resto legata più al mondo del food, mentre il mio socio ha lavorato nel settore degli occhiali e ottica, creando diversi marchi di successo.”

Ma non bastava già questo concept originale e avete voluto puntare su un’altra novità per l’italiano medio: perché lo specialty?

Gli occhiali con il caffè (foto concessa)

“In effetti qui in zona è qualcosa di sconosciuto. Ma lo stile internazionale e la ricerca della qualità erano degli aspetti imprescindibili per noi. Volevamo investire su ogni aspetto del concept, compresa l’offerta di un livello del prodotto molto importante. Jonathan ha già gestito dei coffee shop specialty in UK cinque-sei anni fa, quando questa filosofia era già conosciuta. Qui in Italia siamo ancora soltanto agli inizi.”

E le reazioni fin qui sono state positive?

“Il caffè da noi piace. Chi lo prende torna a berlo una seconda volta: utilizziamo la miscela Tacco Punta di Gear Box, abbiamo successivamente introdotto il Decaffeinato Chevere di Nordic Roasting, per poi passare ai monorigine che vendiamo già in chicchi in confezioni da da 250g.

Vorremmo poi proporre con la bella stagione il cold brew: lo step successivo è quello di pensare a delle ricette per la sera. Già ora con il gin prepariamo l’Espresso Martini specialty che ha avuto successo.”

Avete definito questo UV Studio il punto zero: che cosa avete in programma?

“Asola è soltanto l’inizio del nostro progetto, ed è la base su cui costruire il nostro concept per mostrarlo ad eventuali investitori. Stiamo già lavorando per un secondo Concept Store a Brescia per il 2025..

Il nostro obiettivo ultimo sarebbe espandersi all’estero, già all’interno di un piano quinquennale. Ora già una delle compagnie con cui collaboriamo che si trova a Monte Carlo rappresenta una porta aperta per il Principato di Monaco.

Saremmo i primi, sia per gli occhiali che per lo specialty: lì ci sono due Starbucks ma non specialty coffee shop. Certo anche Milano sarebbe un punto importante da presidiare, ma ci servirebbe trovare una zona strategica, innovativa ma non troppo fuori dal centro.”

Quale anima prevale in UV Studio, il bar o gli occhiali?

“Al momento la gente entra per bere il caffè o il gin e poi resta per acquistare gli occhiali. Viene attirata dall’espresso, dal coffee corner e poi si interessa ai prodotti esposti. Vendiamo la tazzina a un euro e 50: pensavo che la reazione sarebbe stata peggiore, ma ormai anche in un bar standard si trovano prezzi simili, si è già all’euro e 20.

Poi noi abbiamo spinto molto sul racconto e la spiegazione di quello che serviamo. Quando il cliente lo assaggia, spesso resta stupito dal gusto, diverso da quello a cui sono abituati di solito.

In futuro prevediamo la preparazione anche di filtri e bevande a base latte. Per ora la grande conquista è che siamo stati in grado di conquistare anche la classica signora Maria. Ovviamente ci sono anche giovani, ma il nostro cliente di riferimento va dai 30 anni in su, con un potere d’acquisto più alto per quanto riguarda i nostri occhiali e un gusto più sviluppato per riconoscere un buon caffè.”

Fino ad ora quanto caffè avete fatto?

“Per adesso orientativamente avremo utilizzato una cinquantina di chili. Il nostro caffè poi lo accompagniamo ad un’offerta food che cavalca il filone healthy, con prodotti a basso contenuto di zuccheri o addolcite con l’uso di banane e datteri. La ricetta è stata studiata da me e affidata ad una pasticceria esterna che ce le produce.”

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