È un bilancio positivo a metà quello tracciato dal report semestrale di USDA sui mercati e il commercio del caffè, che contiene le stime ufficiali del ministero americano.
La produzione mondiale 2016//17 è annunciata in ripresa di quasi 3,7 milioni di sacchi, ma rimane lontana dai picchi storici del 2012 e del 2013.
Colpa della deludente annata dei robusta, il cui raccolto è in ulteriore flessione di 6,7 milioni di sacchi.
L’output di arabica, dopo 3 annate consecutive in calo, cresce invece di oltre 10 milioni di sacchi e raggiunge volumi senza precedenti.
Rispetto al report di giugno, la stima sulla produzione mondiale 2016/17 è stata rivista al rialzo di quasi un milione di sacchi, a 156,636 milioni.
Raccolto record per gli arabica, con un volume che sale a 96,885 milioni di sacchi: il 12,1% in più rispetto al 2015/16.
Pesantemente in calo, invece, la produzione di robusta, che scende a 59,751 milioni di sacchi, in flessione del 10,1%.
Brasile: più arabica e meno conillon
La produzione del Brasile è risalita 56,1 milioni di sacchi dai 49,4 milioni del 2015/16.
Balzo in avanti senza precedenti (10,5 milioni di sacchi in più) per il raccolto di arabica, che raggiunge il volume record di 45,6 milioni.
Non è andata altrettanto bene sul fronte dei robusta.
L’Espírito Santo, massimo stato produttore di questa varietà, è stato nuovamente colpito dalla siccità.
E il deficit idrico è stato aggravato dai divieti di irrigazione. I danni si sono rivelati ancora più gravi di quanto inizialmente preventivato.
La stima sulla produzione di conillon ha subito così una marcata revisione verso il basso ed è stata portata a 10,5 milioni di sacchi: il raccolto più basso degli ultimi 10 anni.
Vietnam segna il passo
Subirà un calo di oltre 2,2 milioni di sacchi la produzione del Vietnam, che scenderà a 26,7 milioni, dai 28,93 milioni del 2015/16.
La forte siccità portata dal fenomeno El Niño nei primi mesi dell’anno ha indebolito le piante riducendo il potenziale produttivo.
Prevista inoltre un’ulteriore contrazione delle scorte finali del paese indocinese, che si ridurranno a 2,253 milioni di sacchi, dai 3,833 milioni del 2015/16 (6,373 milioni a fine 2014/15).
Colombia: migliorano le prospettive
Migliorano le prospettive per la Colombia. Rispetto alle previsioni dello scorso giugno, la stima per quest’anno è stata elevata di 1,2 milioni a 14,5 milioni di sacchi: mezzo milione in più rispetto al 2015/16.
Indonesia in calo
Si conferma in forte flessione la produzione dell’Indonesia, che arretrerà del 17,4%, a 10 milioni di sacchi.
La siccità si è fatta particolarmente sentire nel sud dell’isola di Sumatra e a Giava, le due aree dalle quali provengono circa i tre quarti della produzione indonesiana.
Conseguenze minime per il raccolto di arabica, che si concentra nel nord di Sumatra.
Cina quarto produttore asiatico
Farà un passo indietro anche la produzione dell’India, che sarà di 5,17 milioni di sacchi, contro il dato record di 5,8 milioni raggiunto nel 2015/16.
Avanza ancora, invece, la Cina, che consolida il suo rango di quarto produttore asiatico, con un raccolto di 2,5 milioni di sacchi.
La roya lascia ancora il segno
Si risolleva solo parzialmente la produzione di Messico e centro America, che cresce di 600.000 sacchi a 15,4 milioni.
Ma rimane lontana dai primati di inizio decennio riflettendo i perduranti problemi dovuti alla ruggine del caffè.
Dopo la forte caduta produttiva dell’anno scorso, il Messico risalirà a 2,2 milioni di sacchi, in lieve ripresa.
Ridimensionate le previsioni relative l’Honduras, che crescerà di appena 200.000 sacchi, a 5,5 milioni.
Un leggero incremento (+100.000 sacchi) anche per il Nicaragua, che ha beneficiato di condizioni climatiche favorevoli e dell’entrata in produzione di nuove superfici.
Pressoché invariati, infine, i livelli produttivi di Costa Rica, El Salvador e Guatemala.
Spostandoci nuovamente in America meridionale, il raccolto del Perù raggiungerà i 3,8 milioni di sacchi (+300.000 sacchi).
Africa stabile
Stabili infine i raccolti dei due principali produttori africani – Etiopia e Uganda – che si attesteranno rispettivamente a 6,5 e 3,7 milioni di sacchi.
Export in forte calo
L’export mondiale sarà in consistente ribasso dai massimi dell’annata trascorsa.
Il volume complessivo delle esportazioni di caffè in tutte le forme scenderà a 127,805 milioni di sacchi: ben 5,3 milioni di sacchi in meno.
Gli imbarchi del Brasile saranno inferiori di 1,3 milioni di sacchi fermandosi a 34,23 milioni.
Quasi 3 milioni e mezzo in meno per il Vietnam, il cui export sarà di poco superiore ai 26 milioni di sacchi.
Torneranno a crescere le vendite all’estero della Colombia, che supereranno i 13,1 milioni.
In pesante flessione (oltre 2 milioni di sacchi in meno), invece, il dato dell’Indonesia.
Stabile o in consolidamento ulteriore l’export degli altri principali paesi esportatori mondiali.
Crescono i consumi
I consumi saliranno a 153,255 milioni di sacchi, con la maggior parte dei mercati in crescita, seppure lieve.
L’UE salirà a 44,4 milioni di sacchi, gli USA a 25,3. Stabile il Brasile a 20,51 milioni.
Da notare l’ulteriore passo in avanti della Cina, che con oltre 3,1 milioni di sacchi è ormai il 9° paese consumatore mondiale.
Scorte in flessione
Gli stock mondiali si ridurranno ancora, anche se il calo sarà meno drammatico rispetto all’annata trascorsa.
A fine 2016/17 saranno giacenti nei magazzini dei paesi produttori e consumatori 33,307 milioni di sacchi, contro 34,791 milioni a fine 2015/16 e 43 milioni circa a fine 2014/15.
Oltre un terzo delle scorte mondiali rimarrà concentrato nell’Unione Europea.