MILANO – Produzione mondiale in crescita, export in calo e consumi stabili: questo lo scenario delineato, per l’annata in corso, dal report semestrale sul commercio e i mercati del caffè del dipartimento Usa dell’agricoltura (Usda), diffuso giovedì, alla chiusura dei mercati. Il rapporto, che contiene le stime ufficiali del ministero statunitense, riporta anche le previsioni preliminari per l’annata 2023/24, che preannunciano un’ulteriore ripresa della produzione mondiale, destinata tuttavia a rimanere sempre al di sotto dei massimi del 2020 e del 2018.
La produzione mondiale per l’annata in corso (2022/23) è ora stimata da Usda in 170 milioni di sacchi (+2,8%).
Usda ha rivisto al ribasso le sue cifre rispetto al report dello scorso dicembre tenendo conto dei raccolti inferiori alle previsioni iniziali di Colombia, Honduras e Perù compensati solo parzialmente dalla correzione al rialzo operata sull’Indonesia.
La produzione mondiale di arabica risale a 90,103 milioni (+3,7%), grazie alla parziale ripresa produttiva del Brasile, dell’Etiopia e dell’Honduras, cui fanno riscontro i cali di Colombia e Perù.
Quella di robusta vola al dato record di 79,916 milioni (+1,8%), nonostante l’annata deludente del Vietnam, compensata dai forti incrementi di Brasile, Indonesia e Uganda.
In flessione l’export di caffè in tutte le forme, che scende a 140 milioni contro i 143,16 del 2021/22 (-2,2%).
Negativo l’andamento per i tre principali esportatori mondiali. Il Brasile scenderà a 36,645 sacchi dai 39,685 dell’annata trascorsa (-7,7%).
Le esportazioni del Vietnam caleranno marginalmente a 28,9 milioni. Quelle della Colombia subiranno un’ulteriore battuta d’arresto scendendo, per la prima volta dallo scorso decennio, sotto la soglia dei 12 milioni (-3,8%).
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