MILANO – Pur prefigurando un calo della produzione, le cifre di Usda – diffuse venerdì alla chiusura dei mercati – sembrano escludere gli scenari apocalittici evocati nei mesi scorsi da alcuni analisti.
Secondo il report semestrale sulla produzione e il commercio mondiale di caffè del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti – contenente le stime ufficiali del dicastero americano – la produzione mondiale 2014/15 sarà pari a 148,671 milioni di sacchi: 1,474 milioni di sacchi in meno (-0,98%) rispetto all’annata corrente e circa 6,47 milioni in meno rispetto al volume record di 155,140 milioni di sacchi raccolto nel 2012/13.
Il calo sarà dovuto quasi esclusivamente alla diminuita produzione di Brasile e Indonesia. Tutti gli altri principali produttori mondiali sono infatti destinati – secondo Usda – ad avere raccolti pari o superiori a quelli di quest’anno.
Raccolto 2013/14
Prima di passare all’analisi delle cifre relative alla prossima annata caffearia, va premesso che Usda ha parzialmente rivisto verso il basso (-400.000 sacchi) la sua prima stima relativa alla produzione 2013/14 – pubblicata nel report di dicembre – portandola a 150,145 milioni di sacchi.
La correzione al ribasso è stata determinata dalle diminuite stime produttive per Messico e America centrale, dove l’impatto della ruggine del caffè si è rivelato più grave del previsto. Il raccolto di questa area geografica è ora quantificato in 15,3 milioni di sacchi, contro i 16,9 indicati nel report dello scorso dicembre.
Sono state, in compenso, corrette al rialzo le stime relative ai tre principali produttori mondiali.
Il raccolto 2013/14 del Brasile – per intenderci, quello che si è concluso nell’autunno 2013 – viene attualmente stimato in 53,7 milioni di sacchi (600.000 sacchi in più rispetto a quanto indicato a dicembre), in conseguenza di una revisione al rialzo delle cifre relative alla produzione di robusta nell’Espírito Santo.
Usda si dimostra ottimista anche per quanto riguarda la produzione di quest’anno della Colombia, che viene stimata ora in 11 milioni di sacchi: 1 milione in più rispetto a quanto indicato nel precedente report.
Il dipartimento americano ha infine elevato di mezzo milione di sacchi il dato produttivo del Vietnam portandolo a 29 milioni di sacchi.
Riviste anche le cifre sull’export mondiale, stimato ora in 104,3 milioni di sacchi, ossia 1,5 milioni in più rispetto a quanto indicato a dicembre 2013. Migliorano le previsioni per Brasile e Colombia, mentre vengono pesantemente ridimensionate (-2,1 milioni di sacchi) le stime sull’export di Messico e America centrale.
Stima 2014/15
Il dato sulla produzione mondiale 2014/15 è pesantemente condizionato, come già detto, dal calo drastico del raccolto brasiliano di arabica, in flessione per il secondo anno consecutivo a causa della grave siccità (accompagnata da temperature elevatissime) che ha colpito la coffee belt nei primi mesi dell’anno (cliccare sulla tabella per aprirla in un’altra finestra).
A ciò vanno aggiunti i pesanti danni arrecati delle gelate invernali in Paraná, in conseguenza dei quali sono stati attuati sradicamenti massicci, che hanno drasticamente ridotto il potenziale produttivo di questo stato.
Si interrompe così la ciclicità biennale che aveva caratterizzato l’andamento dei raccolti del primo produttore mondiale per oltre vent’anni.
La produzione di arabica del Brasile sarà di 33,1 milioni di sacchi, in calo del 16% sul 2013/14 e del 21% sul 2012/13 (la precedente annata positiva).
Il raccolto di conillon raggiungerà, in compenso, il livello record di 16,4 milioni di sacchi. La produzione di robusta dell’Espírito Santo (massimo produttore brasiliano di questa varietà) crescerà di 2,1 milioni di sacchi rispetto al 2013/14.
La produzione totale è stimata in 49,5 milioni di sacchi, in calo del 4,25% rispetto al 2013/14 e del 14% rispetto all’annata record 2012/13.
Le scorte finali si ridurranno a 6,3 milioni di sacchi, mentre l’export scenderà a 29 milioni di sacchi, contro i 30 milioni del 2013/14. Nessuna variazione nei consumi, che si attesteranno su livelli simili a quelli dell’anno precedente.
Il raccolto del Vietnam continuerà a crescere, anche se in misura più contenuta (+300.000 sacchi) raggiungendo i 29,3 milioni di sacchi.
Contrariamente a quanto sostenuto da altre fonti, Usda ritiene che l’espansione delle superfici produttive (+20%) e della produttività (+30%) degli ultimi 5 anni compenserà ampiamente i fermi produttivi delle aree sottoposte a rinnovo colturale. L’export crescerà di 2 milioni di sacchi raggiungendo quota 27 milioni.
Il trend positivo proseguirà anche in Colombia, dove la produzione dovrebbe risalire a 12 milioni di sacchi, tornando dunque in linea con i livelli pre-crisi.
Dopo 2 anni negativi, la produzione di Messico e America centrale crescerà di 870.000 sacchi raggiungendo i 16,2 milioni di sacchi. Fatta eccezione per il Nicaragua, la cui produzione diminuirà di 100.000 sacchi scendendo a 1,4 milioni, in tutti gli altri paesi dell’area si prevedono dati in ripresa.
Il raccolto dell’Honduras sarà di 5 milioni di sacchi, in crescita di 400.000 sacchi sull’annata precedente. La produzione del Guatemala risalirà a 3,6 milioni di sacchi (+200.000 sacchi). Dopo il calo del 60% registrato quest’anno, il raccolto di El Salvador raggiungerà i 675.000 sacchi, in parziale ripresa (+175.000 sacchi), mentre la produzione della Costa Rica sarà di 1,525 miioni (+100.000 sacchi).
Il Messico, infine, produrrà 3,9 milioni di sacchi, in crescita (+100.000 sacchi) rispetto al 2013/14, ma ancora molto al di sotto del dato di 2 anni fa (4,65 milioni di sacchi).
L’export dell’intera area si incrementerà di 750.000 sacchi, per un totale di 13 milioni di sacchi.
Il raccolto dell’Indonesia sarà, per la seconda volta consecutiva, in calo (-600.000 sacchi), a 8,9 milioni di sacchi, in conseguenza delle sfavorevoli condizioni climatiche (precipitazioni eccessive). Analogo il calo dell’export, che scenderà a 5,4 milioni di sacchi.
In parziale ripresa (+100.000 sacchi) la produzione dell’India, che risalirà a 5,1 milioni di sacchi, con il calo ciclico degli arabica ampiamente compensato dal maggior output di robusta. L’export rimarrà invariato a 3,7 milioni di sacchi.
Le importazioni dell’Unione Europea cresceranno di ulteriori 500.000 sacchi, raggiungendo il volume record di 46 milioni di sacchi. Dopo svariati anni consecutivi di declino, le scorte finali rimarranno invariate sull’anno precedente, a 10,5 milioni di sacchi. I principali fornitori dell’UE sono il Brasile (29%), il Vietnam (24%) e l’Indonesia (6%)
I consumi in crescita spingeranno le importazioni Usa al dato storico di 25 milioni di sacchi. Le scorte finali saranno di 5,7 milioni di sacchi, anche in questo caso invariate sull’anno precedente. Gli Stati Uniti importano caffè principalmente da Brasile (25%), Vietnam (18%) e Colombia (13%).