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sabato 02 Novembre 2024
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Univendita: sostenere chi paga le tasse prima dei lavoratori sommersi

Denuncia di Univendita, la maggiore associazione di categoria della vendita a domicilio «Non è accettabile che il Governo parli di aiuti a chi lavora in nero prima di pensare a chi paga le tasse e ora non sta lavorando»

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MILANO – «Abbiamo ben chiaro che “la coperta è corta” e che gli aiuti stanziati dal Governo non sono sufficienti per tutte le situazioni di difficoltà degli italiani, ma non è accettabile che si prenda in considerazione il tema della cosiddetta economia sommersa prima di aver dato risposte chiare e avere stanziato aiuti per tutti coloro che pagano regolarmente le tasse e che oggi, a causa della doverosa ma forzata inattività, non
hanno modo di reperire mezzi di sostentamento». Ciro Sinatra, presidente di Univendita, la maggiore associazione di categoria della vendita a domicilio, proprio non ci sta.

«Il decreto Cura Italia ha escluso dal bonus di 600 euro gli incaricati alla vendita a
domicilio abituali (41.600 lavoratori autonomi in tutta Italia), che sono una categoria duramente provata dal fermo delle loro attività che si protrae dal 12 marzo», dice. E aggiunge: «Nella vendita diretta ci sono altri 460mila lavoratori che pagano le tasse: sono i cosiddetti “incaricati occasionali”. Proprio perché sappiamo che la coperta è corta non abbiamo mai chiesto di estendere il bonus anche a loro. Ma è certo, che prima di qualunque misura rivolta a chi le tasse non le paga, per onestà intellettuale e per diritti acquisiti, si deve pensare ai nostri “incaricati occasionali”. Perché non si può proclamare che “nessuno si deve sentire abbandonato” se i diritti di chi lavora vengono ignorati ed invece si pensa ad aiutare chi non paga le tasse».

Univendita pretende ascolto e chiarezza. E lancia 6 richieste chiare e improcrastinabili:

1) A nome di tutti i lavoratori della vendita a domicilio e delle loro famiglie, noi di Univendita, l’associazione di categoria che riunisce le più importanti imprese di vendita diretta a domicilio italiane, pretendiamo ascolto!
2) È drammatico constatare che mentre la Commissione bilancio sta ancora esaminando gli emendamenti presentati per l’inserimento degli incaricati alla vendita a domicilio con partita Iva nell’articolo 27 del ddl di conversione del decreto-legge “Cura Italia”, una circolare dell’Inps dimentichi 41.600 lavoratori. Questa incertezza concorre a sfibrare ancor di più gli animi di persone già pesantemente colpite nello spirito e nelle
tasche dal fermo della loro attività professionale. Pretendiamo chiarezza: ovvero una riscrittura chiara del decreto, affinché si ricomprendano nei benefici del bonus economico da 600 euro anche gli incaricati alla vendita diretta a domicilio con partita Iva.

3) È inconcepibile che questo Governo, nella sua qualità di rappresentante di tutti i cittadini Italiani e di garante della Costituzione, che sancisce l’Italia una Repubblica fondata sul lavoro, crei delle sperequazioni fra le categorie. Pretendiamo uguaglianza: ogni distinguo fra lavoratori autonomi deve essere eliminato senza incertezze: tutti gli autonomi con partita Iva – compresi gli incaricati alla vendita a domicilio – devono
essere ricompresi nel bonus di 600 euro, senza distinzione alcuna.

4) È inaccettabile che pur in presenza di risorse limitate si pensi di destinare fondi a sostegno di chi concorre ad alimentare l’economia sommersa, prima che a coloro che rappresentano una delle colonne portanti della produttività italiana. Pretendiamo precedenza: prima di pensare al lavoro nero, si pensi al lavoro che genera gettito nelle Casse dello Stato. I nostri 41.600 incaricati alla vendita diretta a domicilio con partita Iva versano ogni anno milioni di euro di tasse e contributi.

5) I soldi servono ora, subito

Perché siamo già alla quarta settimana da quando i nostri 41.600 incaricati alla vendita diretta a domicilio con partita Iva hanno dovuto sospendere la propria attività, perdendo ogni possibilità di guadagno a fine mese. Pretendiamo velocità: il bonus di 600 euro deve essere messo a loro disposizione immediatamente, con procedure di erogazione snelle e alla portata di tutti. È francamente imbarazzante che il sito dell’Inps da giorni non sia facilmente accessibile, prima ancora del prevedibile imbuto del 1° aprile, quando verrà attivata la procedura di richiesta del bonus online.

È indispensabile studiare forme alternative e immediate di erogazione del denaro, in attesa di potenziare l’infrastruttura digitale del Paese.

6) Nonostante le incertezze normative, riteniamo che gli incaricati alla vendita a domicilio con partita Iva debbano essere ricompresi rapidamente fra i lavoratori autonomi a cui spetta il bonus di 600 euro.

Pretendiamo l’accoglimento fin da adesso di tutte le domande presentate dagli incaricati alla vendita a domicilio all’Inps a partire dal 1° aprile . Per usufruire della prestazione “indennità 600 euro”.

Univendita, qualità, innovazione, servizio al cliente, elevati standard etici

Sono queste le parole d’ordine di Univendita, la maggiore associazione del settore che riunisce l’eccellenza della vendita diretta a domicilio. All’associazione aderiscono: AMC Italia, Avon Cosmetics, bofrost* Italia, CartOrange, Conte Ottavio Piccolomini, Dalmesse Italia, DES, Fi.Ma.Stars, Just Italia, Nuove Idee, Ringana Italia; Starline, Tupperware Italia, Uniquepels Alta Cosmesi, Vast & Fast, Vorwerk Italia – divisione Bimby, Vorwerk Italia – divisione Folletto, Witt Italia, che danno vita a una realtà che mira a riunire l’eccellenza delle imprese di vendita diretta a domicilio con l’obiettivo di rafforzare la credibilità e la reputazione del settore tra i consumatori e verso le istituzioni. Univendita, che aderisce a Confcommercio, rappresenta il 46% del valore dell’intero comparto della vendita diretta in Italia (fonte: Format Research, marzo 2017).

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