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lunedì 04 Novembre 2024
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Una tazzina di caffè a 50 centesimi, una sfida che parte da Sesto San Giovanni

La ricetta anticrisi e l'idea imprenditoriale di un bar-torrefazione

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di ROSARIO PALAZZOLO*
MILANO – Un buon caffè può costare 50 centesimi di euro? Nei prossimi giorni questa domanda potrebbe dare vita a un vero dibattito dentro e fuori dai confini di Sesto San Giovanni, il centro alle porte di Milano.

Perché c’è chi giura di sì: un buon caffè può costare anche così poco. A lanciare la sfida è Paola Cavalleri, da 25 anni titolare de «Il mio bar», celebre caffetteria che sorge lungo via Monte Grappa, a pochi passi dalla stazione Fs di Sesto.

Da qualche giorno sorseggiare il caffè al banco costa appunto 50 centesimi, esattamente la metà di quanto era costato fino a oggi.

Una rivoluzione ispirata ai tempi di crisi, ma resa possibile anche da una nuova sfida imprenditoriale che la «barista» sestese ha avviato con l’inizio del 2016, fondando una nuova torrefazione che porta il nome de «Il Caffè del mio bar».

Basta questo a ridurre del 50 per cento il prezzo? «Eravamo diventati schiavi dei caffè prodotti dalle grandi aziende che fissano i prezzi e accompagnano la vendita del caffè a servizi che inevitabilmente si scaricano sul costo della tazzina al singolo cliente – racconta Paola Cavalleri –. Abbiamo avuto l’opportunità di rilevare una vecchia torrefazione e di importare il caffè crudo che provvediamo a tostare e miscelare noi per ottenere la miglior qualità al minor prezzo. Questo ci consente di sfidare il prezzo di un euro che è diventato convenzionale, e proporre un caffè di qualità a un prezzo assolutamente competitivo».

Partita in sordina a inizio settimana, questa iniziativa sta già facendo discutere e attirando l’attenzione di molti bar sia di Sesto San Giovanni che dei Comuni vicini.

Qualcuno è invidioso, altri lo ritengono un azzardo che riduce notevolmente gli incassi giornalieri.

«Naturalmente lo si può fare solamente se il costo della materia prima è più basso – risponde Paola Cavalleri –. Inoltre, l’incasso più basso per singola tazzina viene recuperato da un aumento della clientela che si fidelizza. Una nostra cliente in Brianza ci ha chiamato per ringraziarci perché il suo bar è rinato dopo aver sposato la nostra idea», sottolinea.

«Vorremmo che questa etichetta non fosse solo il nome di un caffè, ma il motto per una scommessa che rilanciamo ai bar di tutta Italia – racconta Cavalleri –. Il Caffè del Mio Bar è diventato un marchio attraverso il quale vogliamo commercializzare caffè anche ad altri bar. Noi ci impegniamo a venderlo a un prezzo senza fronzoli e costi accessori, ma nel contratto di fornitura c’è una clausola che obbliga i baristi ad abbassare il costo della singola tazzina a 50 centesimi. Ci piacerebbe espandere in tutta Italia la nostra sfida: vendere un buon caffè a 50 centesimi è possibile».

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