STOCCOLMA – Attenzione: se state progettando una vacanza in Svezia per l’estate, e gli M&M sono la vostra droga quotidiana, potreste finire in crisi d’astinenza. La Svezia è prossima a bandirli dai negozi: a meno che non cambino il proprio nome.
Stavolta non c’entrano i coloranti, l’eccesso di zuccheri, la qualità di un prodotto messa in discussione dai più salutisti: ma un serio problema di brand, che rischia di avere conseguenze importanti sul mercato del Nord Europa. A pronunciarsi è stato il tribunale: che ha giudicato Mars colpevole di aver violato, con le sue “M”, il marchio di un altro produttore, Mondelez International.
Multe fino a 180mila euro, attendono il gruppo se metterà ancora in commercio il suo prodotto con lo stesso logo, a cominciare dal primo luglio. Data entro la quale Mars è chiamata a trovare in tutta fretta una difficile soluzione a un contenzioso che va avanti da circa trent’anni: in seguito al quale, nel 1989, si rese disponibile a ritirare gli M&Ms dalla Scandinavia. Un accordo scaduto però nel 1998: e undici anni dopo i confetti colorati fecero di nuovo la loro comparsa sugli scaffali di negozi e supermercati. Suscitando l’ira di Mondelez, che un anno più tardi, nel 2010, citò Mars in giudizio.
Poco importa ai vertici di Mondelez se la nocciolina ricoperta di cioccolato e diffusa in Svezia con il nome di Marabou non si confonde, al palato, con il gusto degli M&Ms: un principio è un principio; e un nome un nome. «Siamo soddisfatti della decisione presa dalla Corte – ha commentato Celin Huseby, a capo di Mondelez per il Nord Europa – La sentenza costituisce un precedente importante a testimonianza della necessità di tutelare i marchi di fabbrica».